Un’opportunità per conoscere i cibi che agiscono sul DNA e attivano i geni che rallentano l’invecchiamento e proteggono da alcune malattie.

Siamo ciò che mangiamo 

Il filosofo Ludwig Feuerbach, uno dei padri del socialismo scientifico, soleva dire “Siamo ciò che mangiamo”. 

Mai questo detto è stato più vero e pieno di significato, alla luce delle nuove scoperte della scienza nutrizionale: il cibo che ingeriamo non solo modula e modifica il nostro stato di salute e condiziona come siamo e come saremo, ma, e questa è la grande novità, lo fa in maniera differente in ognuno di noi.

“La scienza nutrizionale tradizionale ha trattato, finora, ogni singolo individuo come se, geneticamente, fosse uguale a tutti gli altri, pur sapendo che alcuni individui necessitano di alcuni nutrienti in maniera differente da altri (le donne rispetto agli uomini, i cardiopatici rispetto ai diabetici, ecc.)”. Non ogni cibo, quindi, è adatto alla nostra costituzione genomica e, soprattutto, sono sicuramente differenti gli effetti dei singoli elementi nutrizionali da individuo ad individuo. “L’alimentazione “casuale” che normalmente pratichiamo, può provocare, in organismi predisposti, malattie anche gravi, specie negli individui che hanno varianti di DNA (i polimorfismi) che non permettono un normale metabolismo dei principi contenuti negli alimenti.” E’ evidente che il cibo giochi un ruolo fondamentale nella prevenzione delle malattie croniche. La letteratura scientifica descrive numerosissimi casi in cui il legame malattia/cibo è fortissimo (alcuni tumori, malattie cardiovascolari, diabete, ecc.).

In questo modo il cibo diventa un “elisir di lunga vita”, disponibile ogni giorno. 

“La Nutrigenomica è una disciplina che combina genetica e scienza della nutrizione con l’obiettivo di strutturare un profilo nutrizionale personalizzato in grado di preservare al massimo lo stato di salute dell’individuo e di prevenirne l’invecchiamento patologico” In pratica, considerando il cibo come il nostro carburante e paragonando il nostro organismo a un motore, è come dire che la Nutrigenomica stabilisce se alimentare un motore a benzina oppure a gasolio. Attualmente accade che, non correlando la nostra alimentazione al nostro genoma, è come se mettessimo del gasolio in un serbatoio di benzina e viceversa. “La nutrigenomica permette di “tagliare su misura” l’alimentazione di ogni singolo individuo, legandola direttamente al DNA, e sfruttare al meglio le potenzialità dei cibi.”

Basta saperlo!

Come dimostrato dai risultati del progetto genoma, tra gli individui esistono potenzialmente milioni di piccole differenze in grado di condizionare il modo con cui una persona risponde all’ambiente e alla dieta. Sono le differenze a livello del DNA che causano le differenze tra i singoli organismi. Ognuno di noi differisce da chiunque altro proprio perché possiede alcune fondamentali differenze nella sequenza del proprio DNA, note, appunto, come “polimorfismi”. E’ stato calcolato che tra due esseri umani vi è un’identità genetica di circa il 99,9%: nello 0,1% di differenza (polimorfismi) risiede l’identità di una persona, le sue caratteristiche fisiche, estetiche, il colore della sua pelle, la sua statura, ma anche la sua predisposizione alle malattie. Alcuni geni regolati dalla dieta, e le loro eventuali varianti, sembrano giocare un ruolo fondamentale nell’eziologia, nell’incidenza, nella progressione e nella severità di numerose patologie croniche. Il grado con cui la dieta influenza il bilancio tra lo stato di salute  e quello di malattia può quindi dipendere dal “make up” genetico del singolo individuo. Un esempio: tra la popolazione italiana è particolarmente nota una variante del recettore della Vitamina D3, una vitamina fondamentale per il corretto metabolismo dell’osso. La presenza di questa variante sfavorevole riduce la sensibilità cellulare alla vitamina D e quindi predispone a un maggior rischio di ammalarsi di osteoporosi. Sapendolo, basta aumentare il quantitativo di vitamina D assunta con la dieta per riportare a valori di normalità il rischio di questa patologia.

Un nuovo modo di mangiare

“Un intervento dietetico basato sulla conoscenza delle esigenze nutrizionali e del genotipo dei singoli individui, cioè una nutrizione personalizzata, rappresenta un nuovo e rivoluzionario modo per prevenire, mitigare e curare le patologie croniche tipiche dell’invecchiamento, quelle malattie che di fatto in occidente rappresentano il 90% delle cause di morbilità.”E’ possibile infatti con una semplice analisi, disegnare una vera e propria carta di identità genomica di una persona, e sulla base dei suoi piccoli difetti, contrastare gli effetti di alcuni polimorfismi sfavorevoli, vestendogli addosso, come fa un sarto, una dieta su misura, non solo per perdere peso, naturalmente, ma anche per prevenire malattie, vivere più a lungo e meglio.

“E’ fondamentale sapere che mentre i geni determinano le nostre vulnerabilità (genotipo), il nostro stile di vita, incluso il cibo che mangiamo, l’aria che respiriamo e le sostanze tossiche alle quali siamo esposti , determinano quanto queste vulnerabilità saranno in grado di influenzare la qualità e la durata dela nostra vita (fenotipo). “

La scienza è tutt’ora impegnata ad esaminare la relazione tra geni, alimentazione e stile di vita.

Ognuno di noi ha infatti un diverso metabolismo come ha un diverso Dna,  ma possiamo controllare la nostra qualità di vita e la nostra alimentazione per incidere positivamente su di essi. Attraverso la nutrigenetica quindi sarà possibile mettere a punto delle diete specifiche che tengano conto delle nostre caratteristiche genetiche: un gruppo di esperti avrebbe infatti selezionato alcuni geni che sono responsabili delle reazioni dell’individuo ai nutrienti essenziali.

Da una dieta generica alla dieta genetica: un regime alimentare personalizzato sulla base dello studio del proprio corredo ereditario. Il patrimonio genetico, infatti, varia da uomo a uomo. Ed e’ per questa ragione che ogni persona risponde in modo individuale ai più comuni alimenti. La nutrigenetica, la nuova frontiera delle scienze della nutrizione, per diete fatte su misura per ognuno di noi.

 
a cura della Dottoressa Lorella De Mariani, biologa nutrizionista specialista in biochimica clinica
Direttore del Centro di Medicina Biologica (CEMBIO) 
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