La terapia di eccellenza per l’eliminazione dei metalli pesanti dall’organismo è senza dubbio la terapia chelante. Vediamo di che cosa si tratta in questo articolo del Cembio.

Che cos’è la terapia chelante?

Come specificato dall’etimologia greca “chele”, che significa legare, si tratta di una terapia ambulatoriale in cui si utilizzano sostanze chelanti specifiche, le quali sono in grado di legare e quindi di rimuovere dal corpo i metalli pesanti accumulati a livello organico. Purtroppo la sola riduzione delle fonti di esposizione o l’utilizzo “fai da te” di integratori non sono sufficienti per una vera e propria rimozione di questi metalli dal corpo. Viceversa la terapia chelante consente di risolvere le problematiche relative ad un’esposizione eccessiva ai metalli pesanti riducendo l’impatto negativo che questi elementi chimici hanno a livello cellulare e fisiologico. Una volta chelato il minerale perde le sue proprietà fisiologiche o tossiche, in quanto viene sequestrato all’interno della struttura dell’agente chelante ed eliminato attraverso la via urinaria.

Indicazioni per la terapia chelante

• A scopo diagnostico: intossicazione cronica da metalli tossici dimostrata tramite un test di chelazione ;
• Avvelenamento acuto e cronico da metalli tossici ;
•Affezioni vascolari quali: angina; claudicatio; cardiopatie; morbo di Raynaud; ipertensione arteriosa e sue complicanze ; arteriopatie; nefropatie; arteriosclerosi; aritmie; degenerazione maculare senile e retinopatie.
• Affezioni metaboliche (diabete e sue complicanze) e collagenopatie;
• Epatopatie tossiche.
• Prevenzione dell’invecchiamento (antiaging)
• Post rimozione di amalgame
• Sterilità
• Menopausa

Controindicazioni

• Insufficienza renale di grado elevato
• Epatopatie in fase acuta
• Gravidanza: è possibile un effetto teratogeno.

Metalli tossici

La ricerca ha dimostrato che il progressivo inquinamento ambientale ed alimentare che caratterizza la società industrializzata ed urbana mette in crisi il nostro sistema detossificante aumentando il rischio della diffusione di malattie cronico-degenerative, quali cancro, immunodeficienze, autismo, Alzheimer e la comparsa di sintomatologie difficilmente inquadrabili. I metalli tossici come il mercurio, il piombo, l’alluminio, il cadmio e l’arsenico sono certamente i metalli pesanti più coinvolti e purtroppo il loro ruolo non viene valutato adeguatamente dalla medicina specialistica.

I metalli tossici sono sostanze inquinanti che penetrano in maniera insidiosa nel nostro organismo attraverso i cibi, le bevande, l’aria atmosferica, gli oggetti comuni e l’esposizione professionale. I metalli si accumulano lentamente e progressivamente negli organi (es. ossa, fegato, rene, sistema nervoso, tessuto adiposo) e nei tessuti dove svolgono la loro azione dannosa. L’ eccesso di metalli nel nostro corpo blocca l’attività di numerosi complessi enzimatici con conseguente danno metabolico, energetico ed inducendo una vasta gamma di sintomi spesso di difficile interpretazione

Piombo

La quantità di piombo contenuto nel nostro corpo è 500 volte superiore rispetto a quella presente 100 anni fa. E’ divenuto uno degli inquinanti piu’ diffusi da quando (1923) alcuni suoi composti sono stati aggiunti alle benzine per elevarne il potere antidetonante. Per fortuna oggi è vietato.

Vie di penetrazione: via digerente (acqua potabile contaminata; vino e alcolici; verdure e ortaggi coltivati in terreni contaminati; ingestione di frammenti di vernici) e via inalatoria (polvere e fumi), mentre risulta di minor importanza la via cutanea. L’eliminazione avviene attraverso le feci, l’urina e la bile.

Nel sangue il piombo si trova per oltre il 90% all’interno dei globuli rossi, ma tende a depositarsi anche nei tessuti molli (rene, surrene e fegato) ed a livello osseo. Piccole quantità di piombo passano nella saliva, nel latte e possono attraversare la placenta. Il piombo risulta particolarmente resistente alla rimoazione dai tessuti e la sua tossicità è legata alla sua azione inibitrice su molte attività enzimatiche, alle proprietà spasmogene sulla muscolatura liscia, sull’azione litica delle emazie circolanti ed all’azione neurotossica.

Mercurio

Il mercurio è un metallo pesante particolarmente nocivo e l’esposizione avviene tramite l’assunzione di cibi contaminati e per inalazione dei vapori. In particolare il pesce lo accumula in grande quantità (soprattutto pesci grassi di grande stazza). Può anche essere assorbito attraverso la pelle.

Il mercurio provoca neurotossicità ed è collegato a diverse malattie tra cui per esempio disturbi gastrointestinali, malattie renali, problematiche cognitive, ipertiroidismo ed infertilità. Inoltre, il cervello dei neonati è particolarmente vulnerabile nei confronti del mercurio e di altre neurotossine, ma ciò può avvenire tramite l’allattamento o l’esposizione ambientale. Mentre i nuovi vaccini di routine non contengono più il mercurio dall’inizio degli anni 2000. Fortunatamente non tutti i bambini sviluppano le stesse reazioni al mercurio poiché la suscettibilità complessiva di ogni singolo individuo dipende da fattori ambientali e genetici. La tossicità del mercurio è cumulativa e si verifica quando la velocità di esposizione è maggiore di quella di eliminazione. In tal modo si instaura una neurotossicità ritardata nel tempo, che può manifestarsi mesi dopo l’esposizione.

Alluminio

L’alluminio è il minerale più diffuso sulla superficie terrestre, ma non svolge alcuna funzione utile per il corpo umano.
E’ stata dimostrata la costante associazione di accumuli di alluminio in patologie caratterizzate da disturbi mentali quali l’Alzheimer ed il Parkinson.

L’assunzione giornaliera non dovrebbe superare i 20 mg. Le piogge acide favoriscono l’assunzione di alluminio da parte delle piante e dei vegetali.

Cadmio

Il cadmio è un metallo bianco argenteo. Ogni sigaretta comporta l’assunzione di 1,4 mcg ed un pacchetto di sigarette aumenta i depositi del cadmio di 4 mcg al giorno sottraendo le capacità antiossidante a tutto l’organismo.
Il cadmio può aumentare lo spessore della membrana basale dei piccoli vasi e dei capillari riducendo la circolazione. Nelle donne viene interessata anche la circolazione uterina con conseguente possibile prematurità o deformità del feto.

Arsenico

L’Arsenico è un metallo pesante tossico noto fin dai tempi antichi ed è presente in natura eccezionalmente allo stato libero ma più frequentemente combinato con zolfo, ferro o cobalto.
Nell’uomo è presente solitamente in tracce eccetto che nei casi di intossicazione. E’ presente in natura nelle rocce, nel terreno, nell’aria e nell’acqua. In particolare i processi industriali, minerari ed agricoli sono tra le prime cause di contaminazione dell’acqua nell’ambiente circostante.

Alcuni derivati organici hanno applicazioni in campo medico. Prima della scoperta della penicillina era usato in medicina in particolare per il trattamento della sifilide. Attualmente viene utilizzato in odontoiatria per devitalizzare la polpa dentaria sotto forma di anidride arseniosa.

Ulteriori approfondimenti

Alluminio e malattie cerebrali

Per le sue caratteristiche l’alluminio viene oggi utilizzato per la produzione di stoviglie, rotoli e vaschette in alluminio per la conservazione e la cottura dei cibi, contenitori di caffè, biscotti e cioccolata, lattine per bibite, pesce conservato in scatolette di alluminio. L’Alluminio è presente anche in molti vaccini (come eccipiente e conservante), farmaci (antiacidi e antidiarroici), deodoranti, dentifrici, polvere lievitante ed eventualmente nell’acqua potabile.

La ricerca scientifica ha dimostrato l’estrema pericolosità della esposizione cronica all’alluminio anche a basso dosaggio e soprattutto la frequente associazione tra alluminio e patologie caratterizzate da disturbi neurologici. In particolare negli animali da esperimento iniettando microscopiche quantità di Alluminio in prossimità dell’ippocampo si ottiene un comportamento simile a quello della demenza umana. Inoltre, l’Alluminio una volta penetrato nel nostro organismo inibisce gli enzimi destinati alla detossificazione e interferisce sulla funzione dei globuli rossi.

Mercurio e amalgame dentali

I sintomi da intossicazione cronica da mercurio sono principalmente di origine neurologica e renale I pazienti possono manifestare tremore, atassia e modificazioni della personalità ccon irritabilità, instabilità emotiva, umore depresso, insonnia, rabbia, anoressia, calo della memoria. La tossicità da mercurio può anche causare decessi alla nascita, aborti, malformazioni congenite, anomalie cromosomiche, impotenza e sterilità. Mentre a livello renale può comparire una sintomatologia caratterizzata da proteinuria, ematuria, oliguria. Il mercurio è mutageno e cancerogeno, danneggia le membrane cellulari riducendo la produzione di energia mitocondriale e può danneggiare la barriera ematoencefalica.
Oltre 10 mila pubblicazioni scientifiche descrivono gli effetti tossici del mercurio.

L’amalgama dentaria o piombatura si ottiene per miscelaziondi una componente liquida rappresentata dal mercurio con una componente solida contenente argento e altri metalli. L’amalgama può contenere mercurio addirittura fino al 50 %. Per lungo tempo si è ritenuto erroneamente che una volta completamente indurita l’amalgama fosse un materiale assolutamente inerte e stabile, mentre dopo 20-30 anni oltre il 70% del mercurio iniziale non si trova più nell’amalgama e ciò significa che è stato assorbito dall’organismo.
Una volta liberato dalle otturazioni, il mercurio viene inalato e assorbito attraverso le mucose del cavo orale creando una condizione di intossicazione cronica (24 ore al giorno). Le donne in età fertile dovrebbero far rimuovere eventuali amalgame contenenti mercurio prima di una possibile gravidanza poiché il mercurio potendo attraversare la barriera placentare può danneggiare il feto.

Disturbi del neurosviluppo e autismo

L’Autismo, o meglio i disturbi dello spettro autistico, fino a qualche decennio fa era abbastanza raro, ma nel corso degli ultimi decenni mostra una crescente diffusione nel mondo arrivando a colpire secondo le più recenti ed aggiornate statistiche almeno un caso su 80 nuovi nati. L’autismo, salvo rare eccezioni, è caratterizzato dalla insorgenza attorno al 14° – 36° mese di vita e può colpire bambini fino ad allora del tutto normali. La sintomatologia di esordio è caratterizzata da una serie di disturbi fisici e comportamentali comprendenti: perdita della parola, comparsa di stereotipie, disturbi affettivi e cognitivi, indifferenza all’ambiente sociale, isolamento. Sulla base delle evidenze recenti l’esposizione in gravidanza o nei primi mesi di vita (es. allattamento) al piombo ed al metilmercurio aumenta il rischio di incorrere in disturbi del neurosviluppo.

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