Alcune persone lamentano il fatto di essere eccessivamente magre o di non riuscire più a recuperare il peso perduto. La magrezza eccessiva o la perdita rilevante di peso in modo ingiustificato o inspiegabile può avere molteplici fattori e cause alle spalle. Scopri un po’ di più su questo tema nel seguente articolo del Cembio.

Introduzione generale

La magrezza si instaura quando il consumo energetico è maggiore di quello introdotto nell’organismo. Per la maggior parte della popolazione deviazioni continue, seppur minime, del bilancio energetico possono portare a cambiamenti nel tempo delle riserve corporee e del peso. Tuttavia, gli individui ereditano una differente suscettibilità al sovrappeso ed esiste una minoranza di individui che sono particolarmente protette dall’aumento di peso. La variabilità nel peso è infatti molto ampia tra le persone. Alcuni tendono a prendere facilmente peso, persino in poco tempo, mentre altri sono in grado di mantenere il loro peso anche per tutta la loro vita.

A parità di apporto calorico l’aumento di peso può variare notevolmente tra diversi individui.

Semplificando è possibile differenziare due tipologie metaboliche principali: i cosiddetti ‘risparmiatori’, che acquistano subito peso in caso di surplus energetico, ed i ‘dispendiosi’ che difficilmente vanno incontro ad adiposità, neppure quando vivono nello stesso ambiente o seguono le stesse abitudini dei primi. A dispetto di quanto generalmente si pensa l’influsso della genetica è evidente, ma modesto. Anche qui smentiamo fin dal principio la popolare idea che alcune persone abbiano di per sé un ‘metabolismo’ più accelerato di altri, che è stata contraddetta da alcuni studi recenti, i quali non hanno dimostrato una rilevante ‘spinta’ del metabolismo dopo un eccesso calorico. Pertanto opportuno considerare anche altri fattori, che possono mantenere lo stato di magrezza come vedremo nei prossimi paragrafi.

Quali conseguenze?

Se il consumo o la perdita di energia è per molto tempo maggiore di quella fornita alle cellule, questo deficit energetico è in grado di incidere su numerosi processi biologici ed ormonali causando in particolare:

  • Disturbi del ciclo mestruale;
  • Infertilità;
  • Maggior rischio di infezioni recidivanti;
  • Osteoporosi;
  • Stanchezza e sonnolenza;
  • Mancanza di concentrazione mentale;
  • Sovraccarico delle ghiandole surrenali;
  • Risvegli notturni.

Magrezza costituzionale: che cos’è?

La magrezza costituzionale è definita da una normale percentuale di massa grassa, ma un indice di massa corporea, cioè il rapporto tra il peso (in Kg) e l’altezza al quadrato (in cm), inferiore a 17.5 ed in assenza di chiari comportamenti controproducenti o di disturbi alimentari (anoressia). Molte di queste persone desiderano mettere su qualche chilo, ma purtroppo non ci riescono, pur mangiando lo stesso quantitativo di quelli normopeso ed avendo un similare dispendio energetico. Affinché si parli di magrezza costituzionale è necessario che la massa magra sia bassa in percentuale ed anche il padre e/o la madre biologici mostrino in generale le stesse caratteristiche. Ne consegue che trattasi di una condizione dalla forte componente genetica e, se particolarmente rilevante, non scevra dai fattori di rischio citati sopra.

Le possibili cause di una perdita di peso non intenzionale

Oltre alla magrezza costituzionale esiste una magrezza cosiddetta secondaria, che può avere una molteplicità di cause sottostanti. In generale un calo ponderale non altrimenti spiegabile ed involontario, anche del 7-15% rispetto a quello tipico o ideale, può celare disturbi o vere e proprie patologie tra cui:

  • Disturbo del comportamento alimentare come l’anoressia;
  • Depressione clinica;
  • Denutrizione o digiuni non necessari;
  • Alcolismo;
  • Uso incongruo di integratori in sostituzione alla dieta;
  • Malattie gastroenterologiche;
  • Malattie croniche debilitanti come tumori, diabete di tipo 1, connettiviti;
  • Diabete di tipo 2;
  • Ipertiroidismo;
  • Lipodistrofie;
  • Infezioni croniche;
  • Patologie neurologiche;
  • Farmaci: ormoni tiroidei, beta-stimolanti, teofillina, lisuride;
  • Intenso esercizio fisico;
  • Abuso di droghe.

Inoltre, nell’anziano la perdita di peso può essere dovuto ad un progressivo calo dell’appetito, ad alterazioni del gusto, a disagio psichico ed a mutamenti della composizione corporea.

Il ruolo del tratto gastrointestinale

Un aspetto importante nella difficoltà a prendere peso riguarda il tratto gastrointestinale. È opportuno fin da subito precisare che non tutti i nutrienti ingeriti vengono di fatto assorbiti dal tratto gastrointestinale, oppure in parte possono anche essere espulsi per via renale. Ne consegue che l’aumento di peso può verificarsi se e solo se il quantitativo di energia, assorbita e trattenuta, eccede quella utilizzata dal corpo stesso. A proposito, si stima che circa il 2-10% di tutto l’apporto energetico venga perso con le feci.

Inoltre, oltre all’escrezione, le energie possono essere consumate dai processi che producono calore e da quelli che permettono l’assimilazione dei nutrienti. Perciò solo l’energia residua, cioè che non è stata persa o consumata può essere depositata nelle riserve energetiche del corpo come il tessuto adiposo, il fegato ed i muscoli.

Malassorbimento intestinale

In condizioni di salute il tratto gastrointestinale ha la funzione di rendere spezzettare i cibi, assorbirli e di eliminarne gli scarti. In aggiunta, la digeribilità degli alimenti è influenzata anche dalla presenza di fibre, dalla masticazione, dal tipo di cottura e processamento industriale, così come dal consumo di alcool. Esistono, tuttavia, diversi disturbi che possono alterare questi processi determinando l’insorgere di sintomi e di conseguenze nutrizionali.

In particolare, è bene sapere che il malassorbimento può essere causato non soltanto da disturbi prettamente intestinali, ma anche da problematiche a carico dello stomaco, del fegato, della cistifellea e del pancreas.

Le cause più comuni includono:

I fattori ormonali che ostacolano il recupero del peso

L’ipertiroidismo è un disturbo ormonale causato spesso da processi autoimmuni (morbo di Graves), oppure può essere la conseguenza di un sovradosaggio nell’utilizzo dei farmaci tiroidei. Si caratterizza per una secrezione anomala degli ormoni tiroidei e ci può essere un ingrossamento visibile e palpabile della ghiandola con la comparsa del gozzo e di occhi protuberanti. Tra i segni ed i sintomi principali vi è proprio la perdita di peso (malgrado l’aumento dell’appetito), così come tremori, sudorazione eccessiva, nervosismo, agitazione, stanchezza, palpitazioni e respiro corto.

La magrezza, al pari dell’obesità, aumenta il rischio di vari disturbi e patologie.

Tra gli altri fattori coinvolti in una rilevante perdita ponderale possiamo citare bassi livelli di insulina, un ormone prodotto dal pancreas e regolatore del metabolismo degli zuccheri, ridotto in caso di diete sbilanciate, restrittive e/o con digiuni non necessari o “fai da te”; oppure alti livelli di cortisolo, che viene rilasciato dalle ghiandole surrenaliche in seguito ad un forte periodo di stress psicofisico, digiuno, sovrallenamento sportivo, infezioni croniche e disturbi del sonno.

Gli effetti dell’infiammazione cronica

Uno stato infiammatorio elevato provoca la perdita involontaria di peso, del tono muscolare e della massa adiposa aumentando il rischio di un ampio spettro di malattie croniche o degenerative. In poche parole la flogosi o infiammazione cronica contribuisce a causare perdita di peso, come potrebbe essere evidenziabile per esempio in caso di malattie autoimmuni o infezioni recidivanti (es. virus erpetici). In aggiunta si definisce cachessia quella condizione metabolica caratterizzata da perdita di peso, astenia e mancanza di appetito che è frequentemente riscontrabile nelle patologie infiammatorie croniche ed in molti tipi di tumore. In particolare è spesso evidenziabile un aumento dei fattori pro-infiammatori come la proteina C reattiva e l’interleuchina-6.

Accanto all’apporto nutrizionale è fondamentale valutare ed affrontare un eventuale stato infiammatorio.

Per questi motivi è opportuno avere una prospettiva più ampia legata ai cambiamenti del peso e non limitarsi solamente al bilancio delle calorie. Occorre pertanto innanzitutto affrontare insieme ad uno specialista le problematiche infiammatorie, specialmente quelle più cronicizzate e persistenti, riscontrabili soprattutto in caso di:

  • Disturbi del sonno;
  • Esposizione tossinica ambientale;
  • Infezioni recidivanti;
  • Disbiosi del tratto orale e gastrointestinale;
  • Stress psicologico;
  • Obesità;
  • Stile di vita incongruo;
  • Malattie infiammatorie non risolte.

L’approccio del Cembio per il recupero del peso

Gli specialisti del Centro di Medicina Biologica considerano la magrezza eccessiva ed un rilevante calo di peso, rispetto a quello ideale, come un fattore di rischio per la salute al pari del sovrappeso. Ciò avviene a causa di numerose ripercussioni sui sistemi organici, in particolare sulla salute ormonale, mentale, ossea e muscolare. Perché ricordiamo che, qualunque sia la causa, un fabbisogno energetico non soddisfatto non può che forzare il corpo a utilizzare quello che ha già, sia i tessuti di riserva, come il grasso, che quelli più funzionali. Inoltre, in condizioni di problematiche persistenti di natura gastrointestinale, infiammatoria, infettiva o in caso di stress cronico o sovraccarico fisico l’organismo richiede un maggior ‘rifornimento’ di energia per far fronte alla situazione.

Il recupero del peso necessita di affrontarne i fattori alla base, e non solo le calorie.

Per questi motivi presso il nostro Centro valutiamo i vari aspetti coinvolti in una difficoltà a riprendere peso attraverso consulenze specialistiche ed un ampio numero di analisi sulla salute cellulare, che possono fornire indicazioni utili su che cosa sia realmente succedendo nel corpo. Infine, siamo in grado di affrontare i fattori alla base non solo tramite l’attenzione per lo stile di vita ed un’alimentazione corretta per la singola persona, ma anche tramite cure o trattamenti specifici da valutare in sede di consulto.

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Riferimento bibliografici principali:

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