Tiroide autoimmune: cura

La tiroide è una ghiandola endocrina importante, ma può diventare il bersaglio di un disturbo autoimmune, che ne può provocare il danneggiamento e la perdita di regolazione. Le problematiche tiroidee sono una delle malattie autoimmuni più frequenti e la loro gravità è dovuta agli effetti che la disfunzione tiroidea provoca a livello di tutto l’organismo. Quale approccio di cura è opportuno adottare in questi casi?

Scopriamolo in questo articolo del Centro di Medicina Biologica!

Tiroide autoimmune: cause e sintomi

La ghiandola tiroidea può andare incontro ad infiammazione (tiroidite), la cui causa è per lo più di natura autoimmune. La tiroidite autoimmune include il morbo di Graves e quello di Hashimoto.

Nella malattia di Graves si verifica l’iper-secrezione degli ormoni tiroidei e le persone che ne sono colpite mostrano i seguenti sintomi:

  • Perdita di peso malgrado l’aumento della fame;
  • Sensazione di caldo;
  • Diarrea;
  • Riduzione della massa muscolare;
  • Irritabilità e iperattività ansiosa;
  • Palpitazioni cardiache;
  • Esoftalmo con protrusione dei bulbi oculari.

Il morbo di Graves è una patologia abbastanza frequente riguardando circa l’1-2% delle donne. Data la sua natura autoimmune sono riscontrabili nel sangue diversi anticorpi, che sono diretti contro i recettori della tiroide. La stimolazione autoimmune provoca la proliferazione delle cellule e la continua sintesi e secrezione degli ormoni tiroidei. Inoltre la tiroide è infiltrata da un alto numero di globuli bianchi (infociti), che prendono parte attivamente alla reazione infiammatoria.

Le tiroiditi autoimmuni hanno alla base una disregolazione del sistema immunitario ed ormonale.

Viceversa la bassa secrezione ormonale in età adulta porta all’ipotiroidismo, che è una delle conseguenze principali della tiroidite di Hashimoto.  Quest’ultima compare tendenzialmente nelle donne tra i 35 ed i 45 anni di età e si manifesta dal punto di vista sintomatologico con:

  • Riduzione del tasso metabolico;
  • Peggioramento delle capacità mentali e fisiche;
  • Spossatezza;
  • Aumento di peso non giustificato altrimenti;
  • Perdita dei capelli;
  • Sensazione di freddo ai piedi e/o mani;
  • Mixedema con tumefazione e rigidità cutanea.

Diagnosi tiroidite di Hashimoto

La diagnosi di tiroidite di Hashimoto deve essere effettuata da uno specialista sulla base dello stato di salute della persona, dei sintomi e dei parametri diagnostici di laboratorio. In caso di tiroidite di Hashimoto si verifica un aumento del valore del TSH, mentre gli ormoni tiroidei sono al di sotto dell’intervallo di normalità. Ciò è conseguenza del fatto che quando i livelli degli ormoni T3 e T4 sono bassi si mette in moto una risposta fisiologica, che porta all’aumento del rilascio dell’ormone TRH e dell’ormone stimolante la tiroide TSH nel tentativo di indurre la ghiandola tiroidea a produrre maggiori quantità di ormone tiroideo. Inoltre dalle analisi sono rilevabili anche gli anticorpi anti-tireoglobulina e anti-perossidasi tiroidea, come indicatori del processo autoimmune.

Tiroidite di Hashimoto e gravidanza

La presenza in gravidanza di un ipotiroidismo non trattato riguarda almeno l’1% delle gravidanze e può portare a gravi conseguenze sullo stato di salute non solo della madre, ma anche del figlio in grembo. In particolare l’ipotiroidismo, anche se moderato, aumenta il rischio di incorrere in aborti, rottura della placenta, pre-eclampsia, ipertensione gestazionale, nascita pre-termine e disturbi psiconeurologici nei neonati.

Cura della tiroidite autoimmune: cos’è e tipologie

Le tiroiditi autoimmuni necessitano di cure mirate allo scopo di far fronte ai fattori soggiacenti alla malattia e ridurre i sintomi. È pertanto importante rivolgersi ad uno specialista in modo tale da valutare tutti gli aspetti clinici e le analisi di laboratorio. Tuttavia secondo noi del Centro di Medicina Biologica è opportuno non soffermarsi soltanto sui sintomi manifesti, ma bisogna gestire le cause profonde che conducono allo sviluppo e mantengono i processi autoimmuni. Affrontare le tiroiditi autoimmuni solo al punto di vista dei dosaggi ormonali alti o bassi rappresenta un approccio parziale e che non va alla radice del problema.

Gli obiettivi della cura sono molteplici, così come sono molteplici i fattori genetici, immunitari, metabolici, ormonali, nutrizionali e gastrointestinale che possono influire su questi disturbi. Un approccio terapeutico efficace si fonda su tipologie molteplici di cure e/o trattamenti al fine di portare l’organismo in una nuova condizione di equilibrio dal punto di vista immunitario ed ormonale. In merito uno degli aspetti più importanti è di modulare l’attività delle cellule immunitarie in modo tale da promuoverne le capacità di regolazione e di tolleranza immunitaria, che sono stati compromesse dal processo autoimmune.

Tiroide autoimmune: cura, trattamento, rischi e complicanze

Come abbiamo detto la tiroidite autoimmune deve essere considerata una conseguenza della disregolazione immunitaria. Da qui prendono avvio e si perpetuano nel tempo le conseguenze a livello ormonale e metabolico. Inoltre un concetto molto importante è dato dallo stretto legame tra l’apparato digerente ed il sistema immunitario. In particolare è stata ormai dimostrata l’importanza di avere un tratto intestinale integro e pienamente funzionante insieme ad un microbiota in equilibrio, il quale racchiude l’insieme delle comunità microbiche che risiedono naturalmente nel canale gastrointestinale. Tutto ciò è fondamentale per una corretta maturazione e regolazione delle risposte immunitarie non soltanto a livello intestinale, ma anche in tutto l’organismo.

Presso il nostro Centro le cure, i trattamenti e le analisi vengono personalizzate sulla base dello stato di salute complessivo e senza separare un organo dall’altro, bensì mettendone in risalto le connessioni e le interdipendenze. Perché si cura la persona e non i suoi sintomi o gli esami di laboratorio. In particolare le nostre terapie si soffermano sulla cura del benessere intestinale, su un corretto fabbisogno nutrizionale, sulla modulazione immunitaria e sul riequilibrio dell’assetto ormonale (non soltanto tiroideo come per esempio il cortisolo e gli ormoni sessuali). In tutto ciò è opportuno prestare attenzione allo stile di vita ed all’alimentazione, che dovrebbe apportare il giusto nutrimento al corpo ed al microbiota intestinale. Pertanto accanto ad altre terapie mirate un’alimentazione specifica fornisce un supporto importante in ogni approccio di cura.

Bibliografia essenziale:

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  • Hu S, Rayman MP. Multiple Nutritional Factors and the Risk of Hashimoto’s Thyroiditis. Thyroid. 2017;27(5):597-610.

Riportare la tiroide in equilibrio apporta benefici a livello di tutto l’organismo.

Una terapia efficace consente anche di ridurre i rischi cardiovascolari e metabolici, cui sono esposte maggiormente le persone con la tiroidite di Hashimoto. Oppure di prevenire le ricadute negative a livello della massa muscolare ed ossea in chi soffre di ipertiroidismo (sarcopenia e osteopenia). Pertanto riportare la persona in una nuova condizione di equilibrio immunitario ed endocrino consente di ridurre il rischio di sviluppare complicanze e di veder abbassata la propria qualità di vita. Per esempio in caso di ipotiroidismo può essere prioritario il raggiungimento di un peso salutare e (ancora più importante) il suo mantenimento nel tempo.

In conclusione il Centro di Medicina Biologica si occupa delle problematiche autoimmuni che colpiscono la tiroide tramite un approccio terapeutico completo e multidisciplinare con l’obiettivo di riportare l’intera persona, e non solo una sua piccola parte, in una nuova condizione di salute.

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