Sindrome da stanchezza cronica

La sindrome da stanchezza cronica è un disturbo caratterizzato da una spossatezza persistente al punto da compromettere lo svolgimento delle normali attività quotidiane e lavorative. È una malattia multifattoriale, che merita una valutazione specifica ed un approccio di cura adeguato.  Buona lettura!

Che cos’è la sindrome da stanchezza cronica

La caratteristica chiave di questa sindrome è la spossatezza continua e soverchiante, che riduce le possibilità di partecipare alle normali attività della vita. La fatica è di tipo sia fisico che mentale con problemi di memoria e nel mantenimento della concentrazione. Rappresenta un disturbo cronico, debilitante ed in grado di incidere profondamente sulla qualità di vita delle persone. 

Colpisce soprattutto gli adulti tra i 30 e i 45 anni, in particolar modo le donne. Si stima che riguardi il 0.4-2.5% della popolazione generale. Ma questi numeri non tengono conto dei casi sotto-diagnosticati. 

I sintomi della stanchezza cronica

Come abbiamo detto il sintomo principale è la stanchezza costante e debilitante. La spossatezza viene aggravata dagli sforzi fisici e mentali, ma tende a non migliorare dopo un periodo di riposo. Ma oltre a ciò sono frequenti anche i seguenti sintomi:

  • Cefalea;
  • Mancanza di appetito;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Mancanza temporanea di memoria;
  • Disturbi del sonno;
  • Suscettibilità alle infezioni;
  • Dolori articolari e muscolari;
  • Spossatezza post sforzo fisico;
  • Febbricola;
  • Disturbi gastrointestinali.

Diagnosi

La diagnosi deve essere effettuata da uno specialista sulla base dell’esame obiettivo, della storia clinica e dei sintomi. In particolare, la stanchezza deve essere severa e persistente per oltre sei mesi, oltre alla presenza dei sintomi secondari. 

Se si soffre di stanchezza da diverse settimane è bene non farsi un’autodiagnosi, ma rivolgersi ad un medico al fine di completare l’iter diagnostico e scartare altre possibili cause della condizione. Sono numerose, infatti, le malattie che determinano spossatezza e solo dopo averle escluse è possibile confermare la diagnosi.

I fattori e le cause 

La sindrome da fatica cronica è caratterizzata dalla presenza di una stanchezza continua in combinazione a vari sintomi come i dolori muscolari, cefalea, linfonodi ingrossati, mal di gola, difficoltà a concentrarsi e ad addormentarsi. Questo disturbo è il risultato di una molteplicità di fattori, piuttosto che di un’unica causa.

Si riscontra frequentemente un quadro di squilibrio ormonale, soprattutto per quanto riguarda gli ormoni prodotti dalle surrenali. Queste sono ghiandole localizzate al di sopra dei reni e producono diversi ormoni, tra cui il cortisolo, l’adrenalina e la noradrenalina. Inoltre, eventuali altre alterazioni possono coinvolgere gli ormoni sessuali e quelli tiroidei, i quali sono regolano la produzione di energie nelle cellule. In generale si assiste ad uno squilibrio degli ormoni prodotti a livello dell’ipotalamo, che è una struttura del sistema nervoso ed il principale regolatore endocrino del corpo. 

La stanchezza cronica ha alle spalle fattori genetici, ambientali, ormonali, infettivi ed immunitari. 

Possono contribuire alla sindrome da stanchezza cronica disturbi a carico dell’assorbimento dei nutrienti a livello intestinale ed un’alimentazione sbilanciata e carente dal punto di vista nutrizionale. È ben noto, infatti, che l’alimentazione dovrebbe apportare tutte le sostanze necessarie all’organismo affinché questo riesca a portare avanti contemporaneamente tutti i processi di cui necessita momento dopo momento. D’altra parte uno scarso stato nutrizionale incide su tutti gli aspetti dell’organismo come la produzione energetica nei mitocondri delle cellule, sul sistema immunitario, ormonale, cardiovascolare e nervoso. 

Un altro fattore potenzialmente implicato è l’esposizione dell’organismo a molecole tossiche e nocive, in particolare il Nickel ed altri metalli pesanti. Quando queste sostanze sono in eccesso inducono stress ossidativo e diverse alterazioni biologiche, non da ultimo sullo stato biochimico e sul sistema immunitario. 

Il ruolo dell’immunità

Un aspetto spesso centrale è la disfunzione immunitaria, cioè il sistema immunitario non funziona a pieno regime. In una buona percentuale dei casi è riscontrabile la presenza di infezioni o di infiammazioni cronicizzate, soprattutto da parte di infezioni da Epstein-Barr, herpes e virus intestinali. Inoltre, frequentemente si riscontrano parametri pro-infiammatori elevati. 

Secondo diversi studi le infezioni da parte degli agenti patogeni possono scatenare l’esordio della sindrome, così come le loro riattivazioni possono provocare una nuova ricaduta. In special modo, sulla base degli studi i microrganismi maggiormente coinvolti sono i virus erpetici, Epstein-Barr, Cytomegalovirus, così come le infezioni da mycoplasma, Candida e nel morbo di Lyme. Ad ogni modo le possibili infezioni possono mantenersi silenti nel tempo, oppure con una bassa-moderata attività e possono indebolire il sistema immunitario portando ad un circolo vizioso.

Le disfunzioni principali riguardano l’immunità, il sistema nervoso e l’equilibrio endocrino.

Diverse evidenze suggeriscono che l’azione nociva dei diversi fattori sul sistema di difesa possa contribuire all’abbassamento dell’attività immunitaria, la quale è fondamentale per combattere i patogeni. Tutto ciò può determinare nel tempo una maggiore suscettibilità alle infezioni recidivanti ponendo le basi per lo sviluppo del disturbo. Infine, la sindrome da fatica cronica mostra diverse somiglianze con le patologie autoimmuni e ciò è un altro punto di collegamento con le patologie infettive. 

La neuro-infiammazione è un altro aspetto chiave e fornisce una spiegazione biologica delle alterazioni cognitive come minore capacità di rimanere vigili, il calo della memoria e della concentrazione, l’abbassamento del tono dell’umore. Ciò può essere un punto di contatto con l’ambito delle emozioni e dello stress cronico.

Cura e trattamento della stanchezza cronica

Noi del Centro di Medicina Biologica crediamo che la sindrome da stanchezza cronica sia un disturbo reale e meritevole di attenzione. Affrontiamo questa sindrome complessa attraverso un percorso terapeutico integrato e multidisciplinare al fine di valutare ed affrontare i diversi fattori soggiacenti al disturbo. 

Il nostro approccio terapeutico segue una prospettiva ampia non focalizzandosi solamente sul recupero delle energie, ma affrontando tramite cure individualizzate le alterazioni alla base del disturbo. In primis le disfunzioni immunitarie, ormonali e neuroinfiammatorie. Ma non solo. Nella sindrome della fatica cronica, infatti, si assiste frequentemente alla presenza di stress ossidativo ed alla sollecitazione continua del sistema immunitario, che non riesce purtroppo a risolvere l’infiammazione. Inoltre, il sintomo della fatica cronica può essere collegato ad una disfunzione degli organelli cellulari detti mitocondri, che presiedono al metabolismo energetico delle cellule. 

Noi utilizziamo un approccio di cura individualizzato sulla base dei sintomi, della storia clinica e degli esami di laboratorio. In merito, effettuiamo test innovativi per l’analisi del funzionamento cellulare e fisiologico come per esempio l’attività mitocondriale, il benessere intestinale, l’attività del sistema nervoso autonomo, le carenze nutrizionali, oltre alla presenza di un eventuale carico di tossicità nell’organismo. Questi fattori sono in grado di incidere negativamente sulle reazioni biochimiche, metaboliche dell’organismo e possono essere collegate ai vari sintomi del disturbo. 

Terapie specifiche e trattamenti ambulatoriali benefici per la stanchezza cronica

Presso la nostra struttura effettuiamo trattamenti validi e benefici per la fibromialgia, che agiscono su aspetti chiave del disturbo come la modulazione immunitaria, la produzione energetica e le capacità detossificanti. Tra questi utilizziamo per esempio l’ossigeno-ozonoterapia, il biofeedback e la biorisonanza. In aggiunta, accanto alle terapie e trattamenti riteniamo importante l’adozione di un’alimentazione sana e rispondente ai reali fabbisogni dell’organismo. Spesso si riscontrano, infatti, varie carenze nutrizionali e diete sbilanciate, che nel corso del tempo possono incidere negativamente sui sintomi. In poche parole, una vera e propria terapia nutrizionale personalizzata può essere di aiuto come supporto terapeutico. 

Oltre all’alimentazione, è importante mantenere uno stile di vita corretto ed un’attività fisico-motoria regolare ogni settimana. Senza tralasciare la cura del sonno, che dovrebbe apportare un dolce riposo sia al corpo che alla mente. Infine, secondo un’ottica terapeutica completa ci prendiamo cura della persona promuovendone anche le risorse personali al fine di gestire nel modo migliore gli eventi stressanti e le frustrazioni, che possono riaccendere ciclicamente i sintomi.

Prendi il controllo della tua salute!

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