Le infezioni sono causate da microrganismi patogeni come i batteri, i virus, i funghi ed i parassiti una volta che questi riescono ad entrare nel corpo. Benché generalmente il sistema immunitario sia in grado di far fronte a questi pericoli nel breve periodo, in alcuni casi può succedere che anche dopo parecchio tempo dalla fine dell’infezione alcune persone si sentano ancora particolarmente stanche, demotivate e prive di energie fisiche e mentali. Scopriamo di più su questo argomento in questo articolo del Centro di Medicina Biologica.

Microrganismi patogeni ed immunità

Il sistema immunitario è costituito da un gran numero di strutture anatomiche e da cellule, che hanno la funzione di controllare ogni parte del corpo, di riconoscere potenziali minacce e di intervenire al fine di proteggere l’organismo stesso. Uno dei principali pericoli di cui l’immunità è responsabile è proprio la salvaguardia dall’invasione degli agenti patogeni (es. batteri, virus, parassiti, lieviti ed altri funghi).

L’infezione può essere prevenuta grazie a meccanismi di difesa dell’organismo, che agiscono come una vera e propria barriera contro le invasioni esterne. Tuttavia, se riesce a farsi strada, il microrganismo infettivo è in grado di diffondersi ad altri tessuti e moltiplicarsi. Nel frattempo il sistema immunitario riconosce questa minaccia e mette in moto una risposta infiammatoria, che cerca di neutralizzare i patogeni secondo meccanismi differenti ed altamente complessi. Spesso la reazione immunitaria riesce a risolvere lo stato infettivo nell’arco di una o due settimane, ma quando l’agente patogeno persiste e la guarigione non è completa compare una condizione di infiammazione cronica più o meno silente

I sintomi ed i segni delle infezioni croniche

Le infezioni possono provocare una sensazione di fatica e di malessere generalizzato, che si possono protrarre anche per molti mesi successivi ai primi sintomi. Di fatto il malessere è qualcosa di molto comune, spesso di origine infettiva e in alcune persone può estendersi ben oltre la comune convalescenza. Il periodo durante o dopo uno stato infettivo può essere accompagnato anche da diversi sintomi tra cui:

  • Mancanza di appetito;
  • Sonnolenza;
  • Abbassamento del tono dell’umore e ansia;
  • Spossatezza intensa;
  • Calo della libido;
  • Sonno disturbato;
  • Mancanza di memoria;
  • Perdita di peso non giustificata;
  • Febbre;
  • Dolori diffusi;
  • Fatica negli sforzi fisici e mentali.

Le conseguenze hanno ricadute pratica nella vita di tutti i giorni, in quanto può venire meno la voglia di mangiare, di stare in compagnia ed in generale è mancante la motivazione a fare qualsiasi cosa. L’insieme dei sintomi e le basse capacità di recupero delle energie, anche dopo diversi giorni, abbassano la qualità di vita della persona ed ostacola sia lavoro che le relazioni sociali. Questo insieme di sintomi e segni si possono presentare frequentemente come una vera e propria sindrome da fatica cronica.

I meccanismi coinvolti e l’infiammazione

È importante sottolineare che quando non si sta bene e si prova malessere generalizzato ciò può essere una risposta adattiva e facilitante la difesa dell’organismo contro i patogeni, oltre ad agevolare la conservazione delle energie necessarie per il sistema immunitario. Si potrebbe paradossalmente considerare come la via necessaria per poter ritornare di nuovo in salute. Per esempio è risaputo che la febbre svolge un ruolo importante nel facilitare le capacità del corpo di combattere le infezioni sia attraverso un supporto al sistema immunitario che tramite l’inibizione della proliferazione dei patogeni.

L’ipotesi che un’infiammazione rilevante possa agire su tutti questi aspetti non è recente, bensì risale già al XIX secolo. Un aspetto chiave che emerge dai numerosi studi in merito è l’azione dei fattori pro-infiammatori come le citochine, che vengono rilasciate durante una risposta immunitaria acuta o cronicizzata.

Stanchezza, malessere e dolori inspiegabili possono essere il risultato di infezioni nascoste.

Il sistema immunitario e quello nervoso comunicano tra loro e danno origine a diversi sintomi. Inoltre lo stato infiammatorio influenza l’attività del cervello contribuendo alla comparsa di febbre, i cambiamenti dello stato d’animo e nell’ansia. In merito sentirsi giù e depressi in modo ingiustificato può essere il risultato di uno stato infiammatorio eccessivo e silente. Inoltre gli studi confermano un’associazione tra l’aumento delle citochine infiammatorie e la depressione.

È possibile considerare gli effetti sul corpo, sulla vita quotidiana e sulla mancanza di socialità come una strategia organizzata per fronteggiare le infezioni e per conservare le risorse interne a discapito della vita “normale”.  Ma mettere in moto questi processi ha comunque un costo per l’organismo e, qualora questo stato si protragga troppo nel tempo, può ripercuotersi negativamente a livello del funzionamento fisiologico e mentale.

Fatica cronica e infezioni

Dopo la prima infezioni numerosi patogeni sono in grado di persistere nel corpo per molto tempo. Ciò avviene perché molti microrganismi sono in grado di rimanere nascosti e dormienti all’interno delle nostre cellule fino a quando le circostanze adatte non li inducono a riattivarsi. Questa eventualità si verifica quando il sistema immunitario non funziona adeguatamente, si assumono farmaci o terapia ad azione immuno-soppressiva oppure in seguito a forti periodi di stress.

La riattivazione virale e la debolezza immunitaria sono problematiche frequenti, ma silenti.

Quando il sistema immunitario non è in grado di vigilare e di difendere i tessuti si è maggiormente esposti sia alle infezioni esterne che alla riattivazione di quelle endogene provocando periodicamente la ricomparsa di malessere e dei sintomi. In particolare uno dei problemi a lungo termine più comuni delle infezioni è la sindrome da fatica cronica. Quest’ultima è un disturbo eterogeno, in cui ad una sensazione di spossatezza persistente si aggiungono i dolori muscolari diffusi, i problemi di concentrazione e di memoria, il mal di testa, i disturbi del sonno e del tono dell’umore.

La sindrome da fatica cronica tende ad essere scatenata da eventi infettivi (es. tratto gastrointestinale, respiratorio) e generalmente rimane stabile nel corso del tempo. Sebbene la febbre, i dolori muscolari e l’ingrossamento dei linfonodi scompaiono, permangono malessere e stanchezza precoce. Secondo le ultime evidenze questa sindrome può esordire in modo improvviso ed essere la conseguenza di varie infezioni, soprattutto di origine virale come per esempio nel caso del virus Epstein Barr ed altri virus erpetici. Per esempio si stima che circa una persona su dieci che ha fatto la mononucleosi infettiva con sintomi intensi è a rischio di lamentare una profonda stanchezza nei sei mesi successivi non riuscendo più a seguire i diversi impegni giornalieri. Inoltre è importante non tralasciare il ruolo dei batteri come per esempio nella malattia di Lyme (Borrelia).

Il Cembio per la funzionalità immunitaria

Riassumendo le infezioni e le disfunzioni del sistema immunitario possono avere conseguenze nel medio-lungo periodo, anche quando i sintomi chiave dell’infezione sono ormai passati. In particolare una sensazione di malessere generale e di spossatezza persistente a livello fisico e mentale può essere il risultato di un mancato recupero dalla precedente infezione oppure una conseguenza della riattivazione dei patogeni, in particolare da parte dei virus latenti.

Il Centro di Medicina Biologica affronta i disturbi riconducibili alla disfunzione del sistema immunitario e delle riattivazioni virali recidivanti tramite terapie e trattamenti specifici per la cura della persona. I nostri percorsi terapeutici hanno l’obiettivo comune non solo di sostenere l’attività immunitaria, ma anche di indirizzarne i processi contro l’eliminazione degli agenti patogeni coinvolti. Inoltre affrontiamo la sindrome da fatica cronica, che ha frequentemente alle spalle un attacco patogeno, tramite test innovativi per la valutazione della salute cellulare ed attraverso trattamenti mirati, che devono essere personalizzati sulla base delle analisi e dello stato complessivo della persona.

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Bibliografia essenziale:

  • Hulme K, et al. Biopsychosocial risk factors of persistent fatigue after acute infection: A systematic review to inform interventions. J Psychosom Res. 2017;99:120-129;
  • D’Mello C, Swain MG. Immune-to-Brain Communication Pathways in Inflammation-Associated Sickness and Depression. Curr Top Behav Neurosci. 2017;31:73-94;
  • Lasselin J, et al. Comparison of bacterial lipopolysaccharide-induced sickness behavior in rodents and humans: Relevance for symptoms of anxiety and depression [published online ahead of print, 2020 May 17]. Neurosci Biobehav Rev. 2020;115:15-24;
  • Błaut-Jurkowska J, Jurkowski M. Zespół poboreliozowy [Post-Lyme disease syndrome]. Pol Merkur Lekarski. 2016;40(236):129-133.
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