candida vaginaleLa Candida vaginale rappresenta un problema molto diffuso nel mondo femminile e che riguarda un fungo dalle caratteristiche alquanto particolari. Scopriamo di che cosa si tratta.

La candidosi vaginale rappresenta l’infezione vaginale più diffusa tra le donne e Candida albicans ne è l’agente principale (80-90%), seguita da C. glabrata e C. krusei. Più specificatamente questi microrganismi sono dei lieviti appartenenti al regno dei funghi. Stime epidemiologiche recenti indicano che circa il 2% della popolazione globale soffre di candidosi persistente. Inoltre approssimativamente i tre quarti delle donne durante il periodo riproduttivo riferisce almeno un episodio di candidosi vaginale e circa il 6-8% di questi soggetti ne soffrano in modo cronico (tre o più episodi ogni anno). Recenti indagini epidemiologiche suggeriscono che la prevalenza della candidosi vaginale sia più alta di quanto pensato precedentemente e potrebbe riguardare il 7-8% delle donne che hanno avuto il primo episodio.

Benché non sia una malattia generalmente letale, la qualità di vita può essere pesantemente compromessa a livello sociale e lavorativo. Senza tralasciare che le infezioni vaginali ricorrenti non solo incidono negativamente sulla vita di tutti i giorni, ma sono anche associate a varie complicazioni ostetriche e ginecologiche (es. nascita pre-termine).

I sintomi della candida vaginale: come si manifesta

Sintomi candida vaginaleMa come si manifesta e quali sono i sintomi della candida vaginale? La candidosi vaginale è accompagnata dai seguenti sintomi principali:

  • Eritema vulvare;
  • Edema;
  • Prurito intimo;
  • Senso di fastidio a livello genitale;
  • Dolore nell’atto sessuale e/o nella minzione.
  • Perdite di colore giallognolo-bianche.

L’esistenza di questi sintomi e del rossore infiammatorio, insieme alla conferma della presenza di Candida, rappresenta un parametro clinico e diagnostico sufficiente per la diagnosi di candidosi. In aggiunta spesso si riscontra a livello vaginale un pH acido (<4,5) ed una possibile infiltrazione di globuli bianchi. Le secrezioni vaginali, di fatto, sono costituite dall’insieme dei funghi distaccati dall’epitelio, delle cellule immunitarie, dei residui cellulari e dal fluido vaginale.

Le cause della candida vaginale: perché si manifesta

Quali sono le cause della candida vaginale? Candida albicans è un organismo commensale che vive come una componente benigna della microflora del tratto orale, gastrointestinale e vaginale. C. albicans è un lievito dalle straordinarie capacità di adattamento all’ambiente dell’ospite. Questo fungo può trasformarsi da una forma commensale ad una patogena in risposta a stimoli ambientali, che scatenano i programmi cellulari alla base dei fattori di virulenza, tra cui la secrezione di alcuni enzimi (es. proteasi), che ostacolano l’immunità dell’ospite sia negli esseri umani che in altri mammiferi. Di fatto è in grado di cambiare forma passando da una morfologia ovoidale ad un’ifa in crescita. La forma commensale è tollerata dall’ospite e può essere mantenuta a bassa concentrazione sulla superficie dell’epitelio vaginale attraverso numerosi meccanismi che inibiscono la transizione alla forma ifale. Quest’ultima nelle condizioni più opportune può produrre un biofilm robusto che prima aderisce alla mucosa e poi la invade.

I fattori che determinano il passaggio da una candidosi sporadica ad una cronica sono ancora poco chiari. Nonostante una piccola parte dei casi possa essere dovuta alla continuità dei fattori di rischio predisponenti, la maggior parte dei casi avviene in modo indefinito. L’alta incidenza potrebbe suggerisce una vulnerabilità genetica, che potrebbe coinvolgere un alto numero di geni differenti ed in interazione con i fattori ambientali.

Sono stati evidenziati diversi fattori di rischio per questo tipo di micosi come il diabete, la gravidanza, la terapia ormonale sostitutiva, l’utilizzo di antibiotici e di anticoncezionali. A cui si aggiungono i seguenti elementi da tenere in considerazione. Vediamoli punto per punto.

Il microbiota vaginale

L’insieme dei microrganismi presenti sulla mucosa vaginale prende il nome di microbiota vaginale, il quale è dominato per lo più dai batteri lattobacilli, che si presentano in almeno 250 specie differenti in piccole quantità e secondo un profilo variabile da individuo a individuo. In particolare L. crispatus e L. jensenii sono i lattobacilli più comuni nelle donne in salute.

Sebbene questo ecosistema naturale non sia stato ancora compreso nei dettagli, è evidente che una sua alterazione o sbilanciamento (disbiosi vaginale) può incidere sullo stato di salute genitale. Generalmente la disbiosi vaginale o le infezioni sono spesso caratterizzate da perdite vaginali anomale oppure da altri segni evidenti. Possono essere classificate in vaginosi, che non mostrano indizi di infiammazione, oppure in vaginiti, come le candidosi, a carattere spiccatamente infiammatorio.

Benché i meccanismi non siano stati ancora perfettamente chiariti, diventa ormai sempre più evidente che il microbiota vaginale esercita un ruolo nella salute genitale e protegge dalle infezioni da Candida. In questa patologia, infatti, il microbiota vaginale svolge un ruolo importante, in quanto una sua alterazione è spesso associata ad infezioni sintomatiche come la candidosi. Inoltre l’ampio uso di antibiotici determina la distruzione della microflora e ciò favorisce la crescita di Candida, che prolifera dal 10 al 30% in più.

Sappiamo che C. albicans è una componente normale, benché minoritaria, del microbiota umano. Tuttavia, in concomitanza di una flora vaginale non più in equilibrio Candida può trasformarsi velocemente in un agente patogeno aggressivo. È bene precisare in merito che secondo le evidenze scientifiche la maggior parte dei casi di candidosi sono di natura endogena, cioè sono causate dalla colonizzazione da parte della Candida vulvare, intestinale, cutanea oppure addirittura dalla persistenza di un basso numero di lieviti nella vagina. E ciò avviene soprattutto quando i lattobacilli vaginali sono carenti. Nelle donne in pre-menopausa, infatti, le specie di Lactobacillus hanno effetti protettivi ed anti-infiammatori, in quanto producono acido lattico a partire dagli zuccheri ed abbassano il pH dell’ambiente vaginale.

L’immunità

Il fatto di essere un microrganismo commensale fa sì che il sistema immunitario sia stimolato a mantenere una forte memoria immunitaria contro la Candida grazie ai linfociti T e B, e forse persino da parte dell’immunità innata. Questi meccanismi sembrano di fondamentale importanza nella resistenza nei confronti delle candidosi in condizioni di salute. A ciò si aggiunga che il sistema riproduttivo femminile deve essere in grado di tollerare la presenza di elementi estranei come il microbiota ed il feto. Pertanto per rimanere in una condizione di salute il sistema genitale femminile dovrebbe trovare un equilibrio tra la resistenza immunitaria e la tolleranza ai fattori esterni. A proposito si ipotizza che la candidosi possa essere causata anche da una perdita della tolleranza piuttosto che da un calo della resistenza immunitaria. La tolleranza può essere sovraccaricata da un alto quantitativo di cellule fungine, soprattutto nella forma ad ifa ed in presenta degli altri fattori di rischio per la candidosi vaginale. Non si esclude che questa maggiore vulnerabilità possa essere influenzata anche da alcuni fattori genetico o ancora non conosciuti.

Gli estrogeni

Gli estrogeni influenzano la trasformazione di Candida e favoriscono la sua crescita e resistenza. In merito è stato osservato che la candidosi vaginale è estremamente infrequente nel periodo pre-puberale e post-menopausale. Per di più è ben noto che nelle donne le candidosi vaginali avvengono e peggiorano nella fase luteale del ciclo mestruale, quando i livelli di estrogeni e di progesterono aumentano. Queste evidenze sono interpretabili riconsiderando il ruolo degli ormoni sessuali femminili sui cambiamenti a livello dell’epitelio vaginale e del sistema immunitario, dove avviene la differenziazione dei linfociti Th17 coinvolti nella protezione dai funghi. Il ruolo degli estrogeni è ulteriormente ribadito dall’osservazione che le donne con rari episodi di candidosi vaginale ne diventano più suscettibili in seguito alla terapia ormonale sostitutiva.

La cura per la candida vaginale: come agire

Qual è la cura giusta per la candida vaginale? La candidosi vaginale è una malattia infettiva molto diffusa e causata da C. albicans, un fungo dimorfico che colonizza spesso la vagina. Negli ultimi anni sono stati fatti numerosi progressi nella scoperta dei meccanismi tramite i quali il fungo si adatta all’ambiente dell’ospite, si trasforma in patogeno ed interagisce con l’immunità. Queste evidenze possono essere sfruttate in campo clinico impostando una terapia corretta e personalizzata, oltre a ridurre i fattori di rischio correlati all’insorgenza ed al mantenimento dell’infezione.

 

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