Emicrania: quali alimenti sono da evitare? Quale dieta seguire? Quanto incide lo stile di vita? Se volete approfondire i collegamenti tra l’alimentazione e l’emicrania questo articolo fa al caso vostro.

L’emicrania è una malattia complessa e multifattoriale in cui intervengono processi neurologici e vascolari, che causano l’irritazione e l’infiammazione del nervo trigeminale.

Accanto ai tradizionali meccanismi aggravanti le evidenze scientifiche mostrano che alcuni aspetti dietetici assumono un peso sempre più rilevante nell’emicrania.

Si stima che circa un paziente su tre riporti un’associazione tra il consumo di uno o più cibi e l’avvio dell’attacco di emicrania. I fattori ipotizzati sono numerosi ed includono le ammine biogene, che sono molecole prodotte a partire dalle proteine e come risultato dei processi fermentativi intestinali ad opera della flora intestinale. Un ampio numero di ammine sono sospettate di agire sui vasi sanguigni scatenando gli attacchi di mal di testa e molti cibi che le contengono sono spesso evitati proprio da chi ne è frequentemente colpito. Tra queste molecole assume particolare importanza l’istamina, che può dare origine a forme di “intolleranza” o sensibilizzazione con i seguenti sintomi: arrossamenti, prurito, starnuti, orticaria, cefalea e spossatezza. Si aggiunga che ciò può essere conseguente non solo di un’eccessiva introduzione di istamina, ma anche di una minore capacità della sua degradazione ad opera dell’enzima Diaminossidasi. Non sembra un caso che una minore attività di questo enzima oppure variazioni genetiche nel suo gene siano state messe in forte correlazione con l’emicrania.

Molti fattori influenzano se un dato alimento scatena un attacco di mal di testa o meno. Alcuni cibi possono causare i loro effetti negativi a seconda della quantità e della frequenza di consumo oppure solo in alcuni individui con specifiche risposte immunitarie (es celiachia) e suscettibilità genetica. Inoltre una maggiore sensibilità agli effetti dell’alcool e della caffeina scatena o aggrava i sintomi associati a molti disturbi, tra cui l’emicrania. In questi casi presso il Centro di Medicina Biologica è possibile valutare i polimorfismi genetici che sono associati a differenze nelle capacità di metabolizzazione di queste molecole.

Non bisogna dimenticare che la carenza di specifici nutrienti, la disidratazione, l’irregolarità dei pasti ed uno stile di vita scorretto svolgono sicuramente un ruolo nell’emicrania.

L’infiammazione rappresenta un fattore rilevante nell’esacerbazione delle cefalee. A supporto di ciò i pazienti che soffrono di emicrania hanno concentrazioni più elevate di proteina C reattiva, un indice dell’infiammazione cronica, così come alterazioni a livello della parete dei vasi sanguigni. Questa evidenza rappresenta uno dei punti di collegamento chiave con gli interventi nutrizionali.

E’ stato dimostrato che un’alimentazione corretta è in grado di esercitare effetti anti-infiammatori riducendone anche i relativi marker biochimici.

Si aggiunga che i fattori di rischio per l’aggravamento di un’emicrania occasionale ad una forma cronica includono l’abuso dei farmaci, lo stress, i disturbi del sonno e l’obesità. In merito cresce di anno in anno l’evidenza secondo cui l’emicrania è collegata ad alterazioni del metabolismo glucidico, come la resistenza insulinica, che comporta l’incapacità dell’insulina di apportare gli zuccheri ai tessuti, una condizione tipica del diabete di tipo 2 e del pre-diabete. Ebbene, le persone affette da emicrania mostrano più frequentemente sindrome metabolica e resistenza insulinica, la quale è a sua volta associata ad alterazioni anche dell’ossido nitrico, uno dei meditatori dell’emicrania, persino nei normopeso. Per di più sia la resistenza insulinica sia l’infiammazione aumentano il rischio cardiovascolare, che espone coloro che soffrono di emicrania ad un maggior rischio di ictus.

Eliminare gli alimenti giusti, correggere i disturbi gastrointestinali e le problematiche metaboliche possono ridurre l’incidenza di emicrania e ridurre il consumo di anti-dolorifici.

In conclusione prendersi cura dell’alimentazione nella terapia dell’emicrania rappresenta una strategia fondata, valida ed efficace da inserire nel percorso preventivo e terapeutico.

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