Che cosa si intende per gastrite? Quali sono le cause? Perché non va sottovalutata? Scopriamolo subito.

Concetti chiave

Si tratta di un’infiammazione acuta o cronica della mucosa dello stomaco. Rappresenta una delle malattie a più alta incidenza nel corso della vita e si stima che nel mondo vi siano centinaia di milioni di persone che ne soffrono. Essa era ben nota e studiata fin dagli inizi del ‘900, ma ha ricevuto una maggiore attenzione dal 1982, anno della scoperta del batterio Helicobacter pylori da parte dei ricercatori Warren e Marshall.

Le cause di questa malattia sono attribuibili ad infezioni, all’azione di agenti irritanti oppure a condizioni di stress persistente. Ad ogni modo è ormai risaputo che l’infezione da parte di Helicobacter pylori è responsabile della maggior parte dei casi di gastrite, ad eccezione forse delle forme autoimmuni. Questo batterio ha una forma a spirale e possiede caratteristiche tali da renderlo capace di sopravvivere e colonizzare un ambiente davvero poco accogliente come quello gastrico. Tant’è che H. pylori è presente nella maggior parte delle gastriti croniche e delle ulcere duodenali. In particolare questa infezione riduce i meccanismi difensivi della mucosa gastrica e stimola inizialmente una maggiore liberazione di acido cloridrico. L’infezione è generalmente acquisita nella prima infanzia, ma senza segni o sintomi eventi, che ricompaiono solo molto anni più tardi. Alcuni fattori implicati nell’acquisizione di H. pylori sono le abitudini alimentari, la densità abitativa e l’igiene familiare.

Quando è cronica, essa è caratterizzata da un’infiammazione progressiva e peggiorativa nel corso degli anni e dei decenni. Un’infiammazione attiva per lungo tempo non può non avere conseguenze sulla salute. Si passa da una reazione infiammatoria superficiale fino alla compromissione della parete gastrica, che diventa atrofica. Ciò rende lo stomaco incapace di produrre l’acido cloridrico ed il fattore intrinseco, che è fondamentale per l’assorbimento della vitamina B12.

Benché la prevalenza del disturbo nei paesi sviluppati sia in calo da alcuni anni, questa malattia costituisce ancora un problema sanitario molto diffuso. Per di più tenendo conto del maggior rischio di ulcera peptica e di tumore gastrico. E’ stato osservato che la sola infezione attiva da parte di H. pylori raddoppia il rischio di tumore allo stomaco, mentre in caso di atrofia gastrica e di assenza di acido gastrico il rischio diventa ancora più elevato.

Nonostante H. pylori sia il microrganismo più studiato di tutto il tratto gastro-intestinale, negli ultimi anni gli avanzamenti tecnologici hanno permesso di avere un’idea più approfondita delle altre specie presenti. Si è scoperto che alla base della gastrite H. pylori non è da solo. Altri microrganismi possono contribuire alla malattia come per esempio i batteri Streptococcus e Prevotella.

Nel trattamento si consiglia di sospendere il fumo, che rallenta la riparazione della parete gastrica, e, se possibile, gli anti-infiammatori FANS (es. aspirina, ibuprofene). Ricordiamo anche che l’inibizione della secrezione gastrica tramite i farmaci anti-acido favorisce la sovra-crescita batterica nello stomaco ed aumenta la vulnerabilità nei confronti delle infezioni intestinali (es. Salmonella, Shigella). In merito è stato dimostrato che l’utilizzo degli antibiotici e degli inibitori della pompa gastrica favoriscono la disbiosi intestinale con importanti ripercussioni sulla microflora dell’intestino (microbiota).

Gastrite, quali sintomi?

Gastrite sintomiGastrite, quali sintomi presenta e come si manifesta la patologia?

Il sintomo caratteristico della gastrite è il dolore nella parte alta dell’addome, che compare in relazione ai pasti. Eventualmente possono essere presenti anche la nausea, il vomito e la sensazione di pesantezza gastrica. In alcuni casi essa può rimanere asintomatica e silente per poi manifestarsi bruscamente con un intenso dolore addominale.

Dieta per gastrite: deve essere il più possibile equilibrata

Dieta per gastriteLo stomaco ha una funzione fondamentale nella digestione degli alimenti e, pertanto, una sua disfunzione è direttamente collegata a problemi nutrizionali. Chi soffre di gastrite cronica è maggiormente a rischio di carenza di vitamina B12, che è fondamentale per il metabolismo dell’omocisteina e dei folati, oltre ad intervenire nella regolazione dell’espressione genetica. In assenza di acido gastrico si assiste anche al malassorbimento di altri micro-nutrienti come il ferro, il calcio, il magnesio e lo zinco. La scarsa digestione, inoltre, lascia inalterate le proteine contenute negli alimenti con possibili effetti immunogenici a cascata sull’organismo.

Gastrite cosa mangiare e come mangiare?

Gastrite cosa mangiareGastrite, cosa mangiare? Innanzitutto è opportuno adottare uno stile di vita sano e seguire queste semplici misure:

  • Evitare le bevande gassate o alcoliche;
  • Fare pochi pasti al giorno e non molto abbondanti;
  • Mangiare lentamente masticando con cura;
  • Gestire opportunamente lo stress giornaliero.

In aggiunta è importante che l’alimentazione sia bilanciata e senza condimenti eccessivi, oltre a porre attenzione al consumo di sale, che in eccesso nuoce allo stomaco. Sempre sotto la supervisione di uno specialista al fine di impostare una terapia ed un’alimentazione personalizzate secondo i sintomi, le terapia pregresse o in atto, i fattori clinici e quelli dietetici. Senza tralasciare i numerosi punti di collegamento tra il benessere intestinale, dello stomaco e la salute dell’intestino. Scopri di più anche su morbo di Crohn e colite ulcerosa.

Il Centro di Medicina Biologica mette a disposizione percorsi specifici per il trattamento del disturbo.

Bibliografia essenziale:

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