Quali collegamenti ci sono tra l’autismo ed il microbiota dell’intestino? Scopriamolo in questo articolo!

L’autismo, o meglio i disturbi dello spettro autistico, rappresenta un termine comune per definire un gruppo di disfunzioni del neurosviluppo. La sua incidenza è cresciuta nel corso degli ultimi decenni e mostra un rapporto 4:1 tra maschi e femmine. Attualmente circa un bambino su 50 rientra nei criteri diagnostici dello spettro autistico (dati statunitensi) e l’incidenza crescente attira molta attenzione in merito ai fattori soggiacenti l’autismo.

Microbiota intestinale

Il tratto digerente ospita un elevatissimo numero di microrganismi, che, soprattutto a livello dell’intestino, trovano un ambiente idoneo alla loro crescita per la presenza di numerosi nutrienti. L’insieme di questi microrganismi prende il nome di microbiota, che è costituito naturalmente da specie batteriche, fungine e virali in buon equilibrio tra loro, cioè con una predominanza di quelli benefici rispetto ai microbi più opportunisti o francamente patogeni. Il tutto all’insegna di una condizione di simbiosi tra l’organismo e le specie del microbiota.

Sempre più ricerche recenti si soffermano sul ruolo della disbiosi intestinale, cioè un’alterazione della normale biodiverdità intestinale, come possibile causa di numerose malattie e disturbi tra cui quelle autoimmuni, metaboliche, gastrointestinali e persino l’autismo. Numerose evidenze mostrano che esiste una complessa linea di comunicazioni tra il cervello, l’intestino ed anche i batteri qui residenti.  Inoltre in età pediatrica la formazione del microbiota svolge un ruolo importante anche nel successivo sviluppo emotivo, cognitivo e per la maturazione di una corretta fisiologia e struttura cerebrale.

Disturbi dello spettro autistico ed intestino

L’intestino ed il microbiota hanno dimostrato di influenzare i processi psicofisici dello stress e per quanto attiene al sistema nervoso si accumulano di anno in anno i collegamenti tra la biodiversità microbica ed i disturbi del tono dell’umore (depressione) e d’ansia, la sindrome del colon irritabile, ADHD e persino autismo. Gli aspetti chiave che all’inizio hanno attirato l’interesse dei ricercatori sul tratto digerente ed il suo contenuto riguardano il fatto che i disturbi dello spettro autistico mostrano spesso sintomi intestinali e variazioni conseguenti alle terapie antibiotiche.

È ben noto che numerosi batteri sono per noi patogeni e pericolosi, in particolare quelli che sono produttori di tossine. L’analisi del microbiota fecale nei casi di autismo mostra frequentemente uno sbilanciamento dei livelli batterici insieme alla predominanza di generi batterici poco comuni altrimenti. In special modo si evidenzia la presenza di uno speciale gruppo di batteri: i clostridi.

Il ruolo dei batteri clostridi

Il genere Clostridium racchiude un gruppo di batteri non invasivi, ma in grado di rilasciare molecole tossiniche, che hanno effetti anche lontano dal microrganismo stesso.

Alcuni studi hanno mostrato un incremento dei livelli di clostridi rispetto ai bambini sani, ed in particolare proprio i ceppi produttori di tossine come i gruppi I e II. A loro volta queste molecole nocive sono in grado di alterare la funzionalità dei neuroni.  Per di più è spesso riscontrabile un incremento dei livelli di HPHPA, un metabolita dei clostridi ed in grado di alterare i profili dei neurotrasmettitori cerebrali.  In generale si stima che la presenza significativa delle tossine dei Clostridi riguardi circa 80% dei casi di bambini con disturbo dello spettro autistico.

Numerosi fattori sono in grado di alterare l’asse intestino cervello e facilitare la proliferazione dei clostridi.

Un eventuale sbilanciamento tra i microrganismi pro-infiammatori (batteri clostridi e desulfovibrio) rispetto a quelli antiinfiammatori rappresenta un fattore potenzialmente destabilizzante per il neurosviluppo. A cascata questo disequilibrio può sfociare in un aumento della permeabilità intestinale, che è caratterizzata da una membrana epiteliale porosa a tal punto da lasciar passare il flusso di residui alimentari e tossine nel sangue. Proprio da qui si pongono le basi per la neuro-infiammazione.

Per i suddetti motivi un sottogruppo dei bambini con autismo possono avere una colonizzazione “silente” del tratto intestinale da parte dei clostridi ed i sintomi neurologici potrebbero essere gli effetti ultimi di queste neurotossine. Le tossine dei Clostridium possono arrivare lontano se riescono ad oltrepassare la barriera intestinale e spargersi nella circolazione sistemica fino ad arrivare ai tessuti e organi (es. cervello). Senza tralasciare che la disbiosi va spesso a braccetto con una condizione di permeabilità intestinale e la presenza eccessiva di specie fungine (es. Candida albicans).

Inquinamento e pesticidi

Aggiungiamo che l’esposizione agli agenti inquinanti può ripercuotersi negativamente sull’asse intestino-cervello. In merito i Clostridi sembrano particolarmente resistenti nei confronti di alcuni pesticidi, il che non si può dire per i batteri per noi più benefici. Inoltre un microbiota intestinale in equilibrio non solo ci fa stare meglio, ma è anche protettiva nei confronti dell’invasione degli agenti patogeni, clostridi inclusi. Viceversa una maggiore suscettibilità alle infezioni respiratorie o gastrointestinali può essere la conseguenza di un’alterazione del microbiota presente sulle mucose. Perciò l’esposizione alla tossicità ambientale può aggravare lo stato intestinale con le ripercussioni sistemiche.

Il parere del Cembio

In conclusione cresce di anno in anno il numero di evidenze, che connettono la disbiosi intestinale e la proliferazione nel microbiota di microrganismi potenzialmente pericolosi (es. Candida, clostridi) con le caratteristiche neurofisiologiche tipiche dello spettro autistico. Secondo noi la cura dell’intestino e dello stato del microbiota rappresenta un aspetto importante e da non trascurare, ma che può essere affrontato tramite un approccio terapeutico completo e funzionale. Scopri le nostre terapie ed i nostri test innovativi.

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Bibliografia essenziale:

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  • Weston B, Fogal B, Cook D, Dhurjati P. An agent-based modeling framework for evaluating hypotheses on risks for developing autism: effects of the gut microbial environment. Med Hypotheses. 2015;84(4):395–401;
  • Iovene MR, et al. Intestinal Dysbiosis and Yeast Isolation in Stool of Subjects with Autism Spectrum Disorders. Mycopathologia. 2017;182(3-4):349–363;
  • Wiley NC, Dinan TG, Ross RP, Stanton C, Clarke G, Cryan JF. The microbiota-gut-brain axis as a key regulator of neural function and the stress response: Implications for human and animal health. J Anim Sci. 2017;95(7):3225–3246.
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