L’autismo è un disturbo del neurosviluppo che mostra difficoltà nelle interazioni e comunicazioni sociali, oltre alla presenza di attività e comportamenti altamente stereotipati e selettivi. Sulla base degli studi più recenti emerge il ruolo critico dell’infiammazione come evento chiave del disturbo, in particolare nel periodo della gravidanza. Scopri di più in questo articolo del Cembio. Buona lettura.

Infiammazione cronica: un’introduzione

L’infiammazione sistemica è contribuisce allo sviluppo ed al peggioramento di numerose patologie croniche diffuse oggigiorno tra cui le malattie cardiovascolari, renali, tumorali, neurodegenerative ed autoimmuni. Si tratta di un’infiammazione diversa da quella ben più conosciuta in fase acuta, dove sono visibili temporaneamente i segni di gonfiore, rossore e calore. Invece lo stato infiammatorio sistemico non si risolve nel tempo e si mostra per lo più in modo silente. Le cause di questa condizione sono molteplici ed includono le problematiche relative al peso, al disagio emotivo, alla sedentarietà, ai disturbi del sonno, alle patologie metaboliche, alla tossicità ambientale ed alle infezioni recidivanti.

Stato infiammatorio e disturbi dello spettro autistico

È opportuno sottolineare fin da subito che il rischio infiammatorio può essere trasmesso da una generazione all’altra tramite meccanismi complessi che riguardano il DNA. In particolare l’infiammazione cronica materna durante la gravidanza, che è un periodo di particolare suscettibilità dal punto di vista immunitario, può influenzare il norme sviluppo del feto dal punto di vista immunitario, metabolico e neurologico. Ne consegue che alterazioni precoci a livello del sistema nervoso possono sfociare in effetti neurologici, cognitivi e mentali a lungo termine.

Ciò che avviene in utero può influenzare il neurosviluppo con effetti a lungo termine.

Per esempio le evidenze scientifiche mostrano che le infezioni in gravidanza sono associate ai disturbi dello spettro autistico, probabilmente a causa dei processi di attivazione immunitaria messi in campo contro gli agenti patogeni (es. batteri, virus). Ma non finisce qui perché, oltre alle infezioni, lo stato infiammatorio in gravidanza è messo a rischio nei seguenti casi:

A supporto di ciò è stato osservato che le madri dei figli con autismo soffrono in gravidanza più frequentemente di depressione e di malattie autoimmuni come la psoriasi, il diabete 1, l’ipotiroidismo e l’artrite reumatoide. Inoltre, quanto maggiore è il sovrappeso materno tanto più aumenta il rischio.

In particolare l’autismo è associato ad una funzionalità immunitaria alterata e reattiva, soprattutto a livello cerebrale. In aggiunta si riscontra un aumento dei livelli dei mediatori pro-infiammatori come per esempio l’interleuchina 6 e l’interferone gamma, così come in una percentuale non trascurabile di casi sono rintracciabili anticorpi diretti contro il cervello. Benché questi fenomeni avvengano in modo silenzioso, alcuni sintomi come per esempio i disturbi del sonno e quelli gastrointestinali possono essere secondari a queste anomalie immunitarie.

Autismo e neuroinfiammazione

I meccanismi che mettono in collegamento lo stato infiammatorio materno con il bambino sono mediati dai cambiamenti nell’espressione genetica e dal rilascio di speciali mediatori infiammatorio dette citochine. Queste molecole partecipano a numerose funzioni biologiche tra cui le risposte immunitarie e la maturazione del sistema nervoso. Inoltre, sono in grado di attraversare la placenta e la barriera cerebrale, ancora immatura in utero, dando inizio ad un’alterazione dello sviluppo del cervello. Tutto ciò influenza gli aspetti neuro-endocrini, il funzionamento neurologico, i neurotrasmettitori e lo stato infiammatorio, che prende il nome di neuro-infiammazione. Questi processi paradossalmente hanno una funzione utile ed adattativa per il piccolo, in quanto preparano l’organismo a far fronte ad un ambiente esterno di potenziali minacce. Tuttavia nel lungo periodo questo stato si rivela svantaggioso ponendo le basi per la comparsa dei disturbi del neurosviluppo. Dopo la nascita il sistema immunitario, infatti, risulta particolarmente suscettibile e reattivo nei confronti delle varie fonti di infiammazione come per esempio le infezioni, la disbiosi intestinale e gli allergeni.

Le conclusioni secondo il Cembio

I disturbi dello spettro autistico sono di natura multifattoriale, cioè sono dovuti alla combinazione di più aspetti biologici ed ambientali. Un solo fattore perciò è insufficiente perché si sviluppi il disturbo. A titolo di esempio, sebbene l’esposizione agli inquinanti ambientali contribuisca al rischio di autismo, essa non è di per sé sufficiente e non fornisce una spiegazione del maggior tasso di incidenza dei maschietti rispetto alle femminucce. Ne consegue che per comprendere i disturbi dello spettro autistico bisogna abbracciare un modello della complessità, in cui più fattori più fattori genetici, fisiologici, ambientali e legati allo stile di vita, sia del bambino che dei genitori, si intrecciano in una finestra temporale critica, come quelle della gravidanza e dei primi mesi di vita. Ad ogni modo lo stato infiammatorio è il comune denominatore dei vari fattori di rischio evidenziati nell’autismo e pertanto riveste un’importanza cardine nell’approccio terapeutico del Centro di Medicina Biologica.

Presso il nostro Centro ci occupiamo dei disturbi dello spettro autistico tramite analisi innovative e percorsi terapeutici, in cui vengono affrontati le alterazioni funzionali alla radice del disturbo, con un particolare focus sulle ricadute infiammatorie del disturbo.

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Bibliografia principale:

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