La scelta di portare tatuaggi sul corpo è una pratica abbastanza diffusa e riguarda circa una persona su cinque. Benché sia generalmente ritenuta una pratica sicura, studi recenti mettono in guardia dal ritenere il tatuaggio come qualcosa di inerte e di permanente. In particolare diverse evidenze mettono in luce i rischi collegati all’esposizione ai componenti dell’inchiostro con possibile accumulo di sostanze nocive per il corpo.

Tatuaggio e pericoli per la salute

L’arte di tatuarsi il corpo risale a migliaia di anni fa ed è stata una pratica diffusa in quasi tutte le popolazioni del mondo. Le ragioni sottese possono essere estremamente varie riguardando l’ambito marziale, spirituale, sociale, etnico o prettamente personale. Tuttavia, a dispetto di quanto si crede non è una pratica esente da rischi, che possono essere non solo di tipo estetico o infettivo, ma anche riguardanti la tossicità dell’organismo.

La domanda crescente ha portato all’immissione sul mercato di formulazioni innovative, ma poco studiate per i loro effetti, come per esempio l’inclusione di sostanze ad azione brillante tra cui i pigmenti azotati ed i metalli pesanti. Alcune delle componenti possono causare reazioni allergiche e di ipersensibilità. Gli studi mostrano che circa il 60% delle persone con tatuaggi soffra di problemi cutanei come prurito, bruciori ed arrossamenti, mentre una percentuale minore soffre anche di sintomi più gravi e persistenti.

Il problema della tossicità

Si calcola che nei tatuaggi vengano stesi sulla pelle in media circa 9 milligrammi di pigmenti per centimetro quadrato. Generalmente gli inchiostri a base d’acqua vengono scelti per la stabilità nei confronti della luce, del tempo atmosferico e dei sanguinamenti, in quanto i pigmenti dovrebbero permanere nella pelle evitando di migrare all’interno del corpo o di andare incontro a scissione da parte dei raggi ultravioletti.

Purtroppo il profilo tossicologico degli inchiostri utilizzati non viene per lo più valutato o tenuto in gran considerazione esponendo la persona ad un’esposizione eccessiva a sostanze potenzialmente nocive come per esempio le ammine aromatiche, le quali sono mutagene, allergeniche e dannose per il sistema riproduttivo. Benché gli studi di sicurezza preliminari ritengono che questi pigmenti siano per lo più inerti, insolubili e con basse proprietà tossicologiche, gli studi di laboratorio non sono completamente adeguati a valutare il reale effetto di queste sostanze. Ciò è dovuto al fatto che la situazione è ben diversa “sulla pelle” della persona, in quanto gli studi non tengono conto del contatto permanente con le cellule oppure gli effetti di possibili scollature nel tempo. In merito è stato osservato che l’inchiostro non rimane solo nell’area originale, bensì viene trasportato ai vicini linfonodi e da qui può essere veicolato lontano dal corpo.

Metalli pesanti e non solo

I metalli pesanti sono elementi chimici che non hanno un vero e proprio ruolo biologico nell’organismo. Ad ogni modo rappresentano una classe di inquinanti diffusa nell’ambiente, soprattutto nelle zone urbane. A titolo esemplificativo rientrano in questa categoria il piombo, il cadmio, il mercurio, lo stagno, l’arsenico e l’argento. Questi metalli hanno dimostrato di essere nocivi per la salute in seguito alla loro esposizione tramite l’aria, l’acqua, il cibo, i cosmetici o per motivi professionali. I metalli pesanti esercitano i loro effetti tossici interferendo con le attività cellulari e con i normali processi biologici.

L’inchiostro per i tatuaggi è disponibile in molte sfumature cromatiche dal nero classico a quasi tutti i colori. In particolare i colori più forti sono proprio dovuti alla presenza di metalli pesanti, che si presentano soprattutto in forma di minuscole particelle. In merito una frazione dei pigmenti è costituita da nanoparticelle da 10 nm fino a 1 µm, che possono essere fonte di tossicità per l’organismo in seguito alla loro infiltrazione interna e tramite l’induzione dei processi infiammatori.

Il contatto prolungato con la pelle potrebbe portare ad un’esposizione cronica agli inquinanti.

Spesso i pigmenti utilizzati non sono esenti da impurità e contengono metalli pesanti ed altre sostanze nocive. Benché cresca l’attenzione verso questi aspetti, la legislazione specifica è molto permissiva e gli inchiostri per tatuaggi generalmente contengono pigmenti o coloranti non autorizzati per l’uso sottocutaneo. A titolo di esempio l’inchiostro nero carbone spesso contiene impurità nocive come il benzofenone e l’esaclorobutadiene. In aggiunta sono riscontrabili metalli pesanti tra cui il nichel, il cromo, l’alluminio, il titanio, il cadmio ed il bario. Persino il rame, che entro certi limiti è essenziale per il corpo, potrebbe essere assorbito eccessivamente e risultare tossico per l’organismo.

Il Centro di Medicina Biologica per la detossificazione

Oggigiorno siamo continuamente esposti ad un gran numero di sostanze ambientali ad azione nociva per il buon funzionamento cellulare. Benché generalmente si tenda ad associare l’intossicazione solo con l’introduzione di cibi o acqua contaminati, esistono in verità più vie attraverso cui le tossine esterne possono penetrare nel corpo come per esempio tramite l’inalazione e per contatto. Quest’ultimo punto spicca per importanza in questo articolo evidenziando il rischio di possibili reazioni di ipersensibilità o di accumulo tossinico nei confronti dei tatuaggi. Ovviamente trattasi di un’esposizione cronica, silente e tanto maggiore quanto più grande o datato è il tatuaggio.

Il Centro di Medicina Biologica affronta le problematiche correlate alla tossicità tramite l’utilizzo di test accurati per la valutazione del reale accumulo organico insieme a cure personalizzate. Queste ultime, infatti, devono essere valutate a seconda degli esami diagnostici e dello stato di salute complessivo della persona.

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Bibliografia essenziale:

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