Vuoi saperne di più sui concetti chiave della medicina quantistica e della biorisonanza? Allora questo articolo fa al caso tuo. Prenderemo in considerazione gli aspetti più innovativi che derivano dalle scoperte nel campo della biofisica e della fisica quantistica.
Il concetto di energia
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La fisica quantistica offre una visione del mondo fisico estremamente differente rispetto a quella cui siamo quotidianamente abituati fino ad apparire per molti versi bizzarra o assurda. Il fatto che un elettrone possa comportarsi contemporaneamente come onde e particella concreta, oppure l’assenza dei concetti classici di spazio e di tempo oppure altri strani fenomeni lasciarono (e lasciano tuttora) molti studiosi perplessi, come successe ad Albert Einstein. Ma al giorno d’oggi la fisica quantistica ha assunto uno status condiviso e pluri-confermato e le sue ripercussioni non riguardano il solo ambito della fisica teorica, ma investono anche il campo della vita e della medicina. Già nel XX secolo molti fisici quantistici si erano interessati alle ricadute delle nuove scoperte quantistiche nella biologia come per esempio Pascual Jordan e Erwin Schrödinger, premio Nobel per la fisica nel 1933, il quale aveva soffermato il suo interesse ed i suoi studi sui fenomeni quantistici che avvengono nelle forme viventi, soprattutto a livello del DNA.
Accanto alla materia bisogna considerare gli aspetti energetici ed informazionali dei sistemi viventi.
Secondo la fisica quantistica la materia non è nient’altro che “energia compressa o congelata”, che a sua volta può ridiventare energia pura. Pertanto essa è un’espressione della concentrazione di energia, che la forma e da cui viene messa in azione. La materia è subordinata ai meccanismi di tipo energetico (es. elettromagnetismo), che permettono il mantenimento dell’organizzazione organica e la regolazione fisiologica. Sulla base del contenuto di energie ogni essere vivente può essere paragonato ad un corpo in vibrazione continua. Di fatto gli aspetti energetici sono ubiquitari nell’organismo. Basti pensare al doppio strato elettrico formato da ogni membrana cellulare, che a sua volta è determinato dalle differenze ioniche tra dentro e fuori la cellula.
Sappiamo, infatti, che all’esterno della cellula vi è un eccesso di ioni sodio rispetto all’interno, e viceversa per il potassio. La differenza di potenziale elettrico che risulta da questa struttura è di circa -70 mV. Considerando il microscopico spessore della membrana tra dentro e fuori la cellula c’è un campo elettrico di 105 V, che rappresenta un grado di tensione elettrica molto elevato a tal punto da provocare continue vibrazioni della membrana biologica. Tutto ciò sottolinea la fondamentale importanza di tenere sempre in dovuta considerazione gli aspetti prettamente energetici nel campo della biologia e della medicina come vedremo nel prossimo paragrafo.
Il biocampo
Prima di proseguire oltre è bene specificare un po’ più nel dettaglio il concetto di energia, che riveste un’importanza notevole nelle forme viventi. L’energia è l’abilità di svolgere un qualsiasi lavoro, come per esempio spostare una particella nello spazio, ed è associata ad ogni forza fisica descritta dalla fisica contemporanea. Insieme ai classici segnali biochimici gli esseri viventi sono in grado di generare e rispondere a campi energetici. È ben noto che in campo medico alcuni di questi campi possano essere valutati a livello del cuore e del cervello grazie all’elettrocardiogramma (ECG) ed elettroencefalogramma (EEG). Benché l’ECG e EEG possano essere misurati sulla superficie del corpo, il campo magnetico del cuore è molto più potente di quello generato dal cervello e può essere misurato a metri di distanza.
È ormai stato dimostrato ampiamente dagli studi nel campo della biofisica che l’organismo è permeato da diversi campi di forze elettromagnetiche, i quali svolgono un ruolo decisivo in molti processi biologici. Da qui nasce il concetto di biocampo, che si riferisce all’insieme delle interazioni energetiche che riguardano uno o più esseri viventi. Per definizione in fisica il concetto di campo riguarda un elemento non materiale che è in grado di impartire una forza su un oggetto presente in esso. Nel nostro caso il biocampo permea le cellule di onde elettromagnetiche, meccaniche, luminose ed acustiche. I primi studi in merito risalgono alla prima metà del XX secolo nel campo dell’embriologia, in cui si evidenziò che i campi energetici guidano lo sviluppo dei tessuti organici o la loro rigenerazione. In generale i campi elettromagnetici, pur essendo abbastanza deboli, sono in grado di agire sulla crescita, la riparazione dei tessuti, sul dolore ed infiammazione.
Il biocampo è fondamentale per la bio-comunicazione e bio-regolazione.
Al pari di un regolatore e mediatore dei processi biologici il biocampo è connesso strettamente alla trasmissione di informazioni nel corpo. A proposito, gli organismi viventi possiedono un’estesa linea di comunicazioni che permette alle comunicazioni di modulare al meglio i processi vitali. Il concetto di informazione non è estraneo alla biologia, anzi. Basti pensare all’enorme database di informazioni che sono codificate nel DNA oppure agli effetti degli ormoni sulle cellule bersaglio. Infine va aggiunto che, sebbene il biocampo sia spesso rappresentato in termini elettromagnetici, esistono crescenti evidenze di fenomeni quantistici alla sua base.
I biofotoni
Un altro aspetto correlato al concetto di energia è la luce. In merito il ricercatore biofisico F. Albert Popp ha scoperto il fenomeno della bioluminiscenza, cioè gli esseri viventi sono in grado di emettere luce, che, per quanto debole, ha uno spettro di emissione specifico per ogni essere vivente. Si passa infatti da frequenze nel campo degli infrarossi fino agli ultravioletti ed una parte delle onde radio. In particolare questa luminescenza origina dal DNA, che si trova localizzata nel nucleo di ogni cellula. In fisica la luce è fatta di particelle detti fotoni, che nell’ambito degli esseri viventi prendono il nome di biofotoni, i quali a loro volta danno origine ad un campo oscillatorio di tipo elettromagnetico all’interno delle cellule. Possiamo paragonare i fotoni ad una forza energetica, che interagendo con la materia ne provoca la composizione o scomposizione.
Le cellule parlano tra loro ed una parte di questo linguaggio è data proprio dai campi energetici.
Ogni sistema vivente è in grado di emettere ed assorbire radiazioni elettromagnetiche basate su biofotoni, che in tal modo dà origine ad un vero e proprio network di comunicazioni sia dentro che tra le cellule del corpo. I biofotoni, infatti, sono onde elettromagnetiche, che trasmettono informazioni fondamentali per la regolazione delle funzioni vitali e di quelle cellulari. Controllano le funzioni fisiologiche e regolano i processi biologici provocando l’innesco delle reazioni biochimiche delle cellule. Nel corpo avvengono circa 1018 reazioni biochimiche al secondo e, affinché il corpo mantenga nel tempo un’organizzazione equilibrata, è necessario che vi sia un trasferimento veloce e preciso di informazioni da una parte all’altra del corpo. Ebbene, accanto agli enzimi, ai neurotrasmettitori ed ormoni, i fotoni rappresentano i nuovi protagonisti in grado di garantire questo coordinamento in maniera ordinata e rapida. Per esempio ricerche recenti hanno dimostrato che i biofotoni regolano le comunicazioni cellula-cellula, la secrezione dei neurotrasmettitori, la respirazione e replicazione cellulare.
Medicina quantistica e biorisonanza
Negli ultimi anni la medicina sta affrontando un vero e proprio cambiamento e le classiche strategie terapeutiche possono essere affiancate da nuove opportunità con il fine comune di raggiungere e mantenere una condizione di salute globale della persona. Accanto agli avanzamenti nel campo della biologia e medicina molecolare è possibile trarre benefici anche da ciò che ora prende il nome di medicina energetica ed informazionale. Qui i concetti chiave riguardano l’energia, l’informazione e la bio-comunicazione, piuttosto che soffermarsi solo sugli aspetti “materiali e molecolari”, e sempre all’interno del nuovo paradigma scientifico derivante dalle scoperte della fisica quantistica. Inoltre tale modello della medicina risulta molto più integrato grazie al contribuito di numerose discipline come l’immunologia, l’endocrinologia, la neurologia, la genetica, la bio-informazione e la psicologia.
Secondo questo punto di vista della medicina quantistica le molecole biologiche possono essere paragonate a strutture elettromagnetiche altamente ordinate ed in grado di attrarsi e di interagire tra loro grazie ai fenomeni di risonanza. Le ricerche hanno confermato la presenza di processi quantistici a livello biochimico e cellulare scardinando il pregiudizio secondo cui questi meccanismi non possano avvenire negli organismi viventi. La fisica quantistica ha scoperto anche fenomeni non locali, in cui vi sono interazioni istantanee tra parti lontane tra loro. Ciò potrebbe spiegare come la bio-informazione possa portare le corrette informazioni a tutto l’organismo. Ciò sembra sempre più avvalorato dall’evidenza che la matrice extracellulare fatta di collagene unisce le varie parti del corpo permettendone una rapida inter-comunicazione. In aggiunta le scoperte nel campo della biofisica (e non solo) racchiudono gli ambiti mentale e corporeo in un unico sistema quantistico altamente integrato ed interconnesso, in cui le vibrazioni frequenziali assumono una notevole importanza.
Le frequenze emesse sono correlate allo stato di salute ed al funzionamento cellulare ed organico.
Ogni cosa nel corpo è in continua vibrazione e gli effetti di questi processi energetici dipendono dalla loro frequenza, ampiezza e forma dell’oscillazione. Nel campo della salute le alterazioni nel flusso di informazioni e di energia determina a cascata alterazioni a livello biochimico, cellulare, tissutale sfociando alla fine in un vero e proprio disturbo o malattia. In generale il biocampo può influenzare ed essere influenzato da una varietà di fattori mentali e corporei.
In caso di disturbi e malattia è possibile intervenire tramite trattamenti frequenziali di biorisonanza, che sfruttano le interazioni delle frequenze vibrazionali al fine di produrre effetti benefici a livello clinico. Il riequilibrio delle frequenze prima disarmoniche o interrotte permette di recuperare appieno le funzionalità psicofisiche della persona. Ciò avviene, in quanto il corpo è particolarmente sensibile ai campi energetici ed alle loro frequenze nei trattamenti di biorisonanza. Tutto ciò rappresenta un’innovativa opportunità clinica per far fronte alle cause energetiche ed informazionali sottese al disturbo ed alle malattie.
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