Le malattie infiammatorie intestinali, come la colite ulcerosa ed il morbo di Crohn, provocano sintomi simili e determinano disturbi digestivi ed un’elevata infiammazione a livello del tratto intestinale. Trattasi di malattie multifattoriali, in quanto dipendono da vari fattori tra cui gli aspetti genetici, l’alimentazione, la disbiosi, l’urbanizzazione ed un’inappropriata reattività immunitaria. All’interno di questo quadro molteplice un numero crescente di studi sottolinea il ruolo dei funghi a livello intestinale nello sviluppo e nel mantenimento di queste patologie. Vediamo che di cosa si tratta in questo articolo del Cembio.

Morbo di Crohn e colite ulcerosa

Le malattie infiammatorie intestinali comprendono principalmente due malattie gastrointestinali: il morbo di Crohn e la colite ulcerosa. Si tratta di malattie caratterizzate da recrudescenze intervallate da fasi di remissione. In particolare il morbo di Crohn può causare l’infiammazione profonda di qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, spesso la regione perianale o l’ileo terminale, ed è frequentemente accompagnata da ascessi e fistole. Al contrario la colite ulcerosa è caratterizzata da un’infiammazione della mucosa superficiale del colon.

La diffusione delle malattie infiammatorie intestinali è in aumento in tutto il mondo, specialmente nei paesi più industrializzati. Al momento si ipotizza che queste patologie avvengano in individui geneticamente suscettibili a causa della risposta immunitaria ed infiammatoria anomala nei confronti dei microrganismi che abitano il tratto gastrointestinale.  Le ricerche hanno messo in luce che in queste malattie giocano un ruolo i seguenti aspetti:

  • Genetica;
  • Reazioni immunitarie;
  • Fattori ambientali;
  • Microrganismi intestinali.

Micobiota intestinale

Benché l’analisi del microbiota intestinale si sia inizialmente focalizzato soltanto sui batteri, è ben noto che le comunità microbiche che risiedono nel nostro intestino non sono rappresentate soltanto dai batteri, ma vi partecipano anche vari funghi. Quest’ultimi danno origine al cosiddetto micobioma, il quale, nonostante rappresenti una minoranza rispetto ai batteri, può svolgere un’influenza notevole ed è stato messo in diretto collegamento con le malattie infiammatorie dell’intestino.

Il tratto intestinale ospita la più alta concentrazione di funghi rispetto ad ogni altra zona del corpo ed i generi fungini più normalmente presenti sono del tipo Saccharomyces, Candida, Cladosporium e Malassezia. Sebbene il micobiota sembri più instabile e fluttuante rispetto al microbiota batterico, queste due comunità interagiscono e competono tra di loro secondo processi alquanto complessi.

Disbiosi da funghi

Per disbiosi fungina si intende un’alterazione quantitativo o qualitativa delle specie fungine all’interno dell’intestino. Diversi gruppi fungini risultano infatti alterati proprio durante stati infiammatori cronici a livello intestinale. In particolare si assiste ad un aumento del rapporto tra due gruppi principali di funghi: Basidiomycota e Ascomycota. In aggiunta nel caso del morbo di Crohn le evidenze puntano l’attenzione sulla proliferazione della Candida, non solo albicans, ma anche tropicalis, e soprattutto glabrata. Sulla base di queste evidenze non sembra un caso che dal punto di vista diagnostico gli anticorpi anti Saccharomyces cerevisiae (ASCA) siano un ben noto biomarcatore del morbo di Crohn. Inoltre, è stato dimostrato che la specie Malassezia restricta aggrava la progressione dell’infiammazione intestinale.

Le specie fungine possono danneggiare la mucosa e produrre sostanze nocive.

In condizioni di salute la presenza contenuta di alcune specie fungine è normale e la loro presenza mette in moto continue comunicazioni con il resto dell’organismo, il cui sistema immunitario le tiene sotto controllo. Viceversa durante la disbiosi fungina queste comunicazioni vengono meno e c’è un innesco pro-infiammatorio. In generale sembra che chi soffre di morbo di Crohn abbia un maggior quantitativo di funghi durante le recrudescenze infiammatorie, mentre nel caso della colite ulcerosa si assiste ad una biodiversità fungina inferiore rispetto alla norma.

In aggiunta il ruolo fungino nelle malattie infiammatorie intestinali è dovuto anche alla capacità dei funghi di danneggiare la mucosa intestinale e di formare veri e propri biofilm resistenti in associazione con altri batteri. Pertanto sulla base delle ultime evidenze i funghi possono favorire allo sviluppo dell’infiammazione intestinale interagendo anche con altri microrganismi.

Contattaci per un consulto

Il Centro di Medicina Biologica affronta le malattie infiammatorie intestinali tramite analisi innovative e terapie mirate alla cura della persona (e non solo dell’intestino). Come descritto in questo articolo queste patologie dipendono dall’interazione di più fattori genetici, immunitari, ambientali e microbici e devono essere affrontate tramite un approccio che non si limiti a tamponare l’infiammazione, bensì da un lato neutralizzi i fattori scatenanti e dall’altro promuova le capacità anti-infiammatorie.

In questo ambito sulla base di un’ampia mole di ricerche risulta importante tenere in considerazione il mondo microbico che abita il nostro intestino. In special modo risaltano per importanza non soltanto i batteri intestinali, ma anche le specie di funghi, le quali in seguito ad un abbassamento dell’immunità, all’utilizzo di alcuni farmaci, a squilibri ormonali possono prendere il sopravvento a discapito del delicato equilibrio che vi è tra noi e loro. Per questi motivi presso il nostro Centro valutiamo il benessere gastrointestinale tramite analisi d’avanguardia ed affrontiamo l’infiammazione intestinale e la disbiosi fungina tramite cure e trattamenti da valutare in sede di consulto.

In caso di malattie infiammatorie intestinali contattaci per avere maggiori informazioni o per fissare un primo appuntamento. Possiamo aiutarTi ad affrontare questa problematica.

Riferimenti bibliografici principali:

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