Che una problematica emotiva e la sofferenza mentale possano in taluni casi essere influenzate da ciò che succede nel tratto digerente può sembrare ai più un’idea strana e bizzarra. Ma secondo le evidenze più recenti l’intestino ed i microrganismi qui residenti sono in grado di promuovere cambiamenti dell’umore ed esacerbare alcune manifestazioni psicologiche. Scopriamo di che cosa si tratta in questo articolo del Cembio.

Microbiota e intestino

L’intestino contiene un numero incredibile di batteri, virus, funghi, protozoi che danno origine alle rispettive forme di microbiota intestinale. La composizione tassonomica di ogni microbiota è altamente individualizzata, in modo simile ad un’impronta digitale, ed al contempo è modificabile a seconda dei seguenti fattori:

  • Tipologia di parto;
  • Allattamento;
  • Svezzamento;
  • Dieta attuale;
  • Esposizione a sostanze antimicrobiche, anche naturali (es. antifungini, antimicrobici, inquinanti);
  • Disturbi o malattie gastrointestinali.

Una condizione di forte disbiosi, cioè di alterazione della qualità e quantità delle specie microbiche, può influenzare la gravità del sovrappeso, delle allergie, delle malattie infiammatorie intestinali, del colon irritabile e persino di alcune malattie psicologiche-psichiatriche.

Intestino e cervello: quali meccanismi?

Numerose evidenze scientifiche hanno ormai confermato l’esistenza di un vero e proprio sistema di comunicazione tra il microbiota, l’intestino ed il cervello. Ciò avviene attraverso un continuo scambio di bio-comunicazioni reciproche, il cui flusso è portato avanti da meccanismi ormonali, immunitari e nervosi. Inoltre, sulla base degli ultimi studi l’insieme dei microrganismi intestinali (es. batteri, funghi) è in grado di influenzare lo sviluppo neurale, i livelli dei neurotrasmettitori e la reattività nei confronti degli eventi stressanti.

Esiste una complessa comunicazione tra il tratto intestinale ed il sistema nervoso.

In merito ai meccanismi si ritiene che un ruolo importante sia dovuto al rilascio di sostanze benefiche, in particolare quelle prodotte a partire dai carboidrati e dalle fibre nutrizionali. D’altra parte alcune specie microbiche sintetizzano un ampio spettro di neurotrasmettitori, sostanze bioattive oppure vere e proprie tossine. Qualora l’integrità della barriera intestinale non sia ottimale, si può assistere alla fuoriuscita di microrganismi o dei loro derivati, i quali si possono riversare nel sangue e da qui scatenare ripercussioni sul sistema nervoso.

In particolare si segnala l’innesco di una reazione infiammatoria silente, che può avere effetti anche a livello psicologico. Un altro fattore è legato alla capacità di alcuni microrganismi di interagire a livello centrale attraverso l’interazione con i nervi periferici, in special modo attraverso il cosiddetto nervo vago.

Effetti sull’ansia e depressione?

I citati collegamenti trovano un supporto aggiuntivo dall’osservazione indubbia che chi soffre di disturbi del tono dell’umore o di ansia tende maggiormente anche ad avere problematiche gastrointestinali. Benché sia ben noto che uno stato di stress si riversi sull’apparato digerente, le evidenze più recenti sottolineano altresì un possibile ruolo inverso. Per esempio è stata evidenziata un’associazione tra un umore molto depresso o la presenza di ansia ed uno stato del microbiota intestinale particolarmente sbilanciato. Benché molte persone con disturbi del tono dell’umore ricevano i tipici trattamenti multidisciplinari di riferimento, non è infrequente il persistere di sintomi, i quali talvolta potrebbero essere conseguenti ad un cattivo stato di salute fisica, in primis intestinale, non tenuto in adeguata considerazione.

I disturbi gastrointestinali possono riflettersi sulle funzioni e processi cerebrali.

Nelle persone con umore cronicamente deflesso è frequente il riscontro di uno sbilanciamento delle sostanze bioattive o delle tossine derivanti dal microbiota. Pertanto, gli effetti sull’umore e sull’esacerbazione dell’ansia possono essere mediati da processi che coinvolgono l’infiammazione, il rilascio di ormoni e la connettività cerebrale. Inoltre, la distruzione del microbiota tramite un uso improprio di antibiotici o un’alimentazione troppo ricca di zuccheri semplici, grassi saturi e cibi industriali è posta in correlazione con una maggiore suscettibilità ad andare incontro a forme depressive. Se vi è una problematica critica a livello del benessere gastrointestinale, ciò si può riflettere a livello del funzionamento cerebrale con effetti sul livello delle energie mentali, sul sonno, sull’appetito e sul senso di fame.

Conclusioni e contatti

Il Centro di Medicina Biologica si occupa delle problematiche relative all’ambito gastrointestinale come per esempio nel caso di disturbi digestivi, malassorbimento, disbiosi, infiammazione ed alterazioni della motilità. Secondo un numero crescente di studi ristabilire una corretta eubiosi e funzionalità intestinale può essere importante in alcuni malesseri psicologici, aspecifici o dalle cause poco chiare, al punto tale da portare ad un miglioramento dei sintomi collegati all’umore, alla vigilanza, all’irritabilità ed alla capacità di far fronte allo stress. Riteniamo importante, tuttavia, sottolineare che, a differenza di quanto si pensa o viene proposto dal marketing commerciale, prendersi cura dell’asse intestino-cervello non coincide e non si limita all’utilizzo dei probiotici. Bensì, è fondamentale affrontare le cause che conducono ad un’alterazione del microbiota ed affrontare le problematiche infiammatorie tramite cure e trattamenti mirati ad hoc per la persona.

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Riferimenti bibliografici principali:

  • Morais LH, Schreiber HL 4th, Mazmanian SK. The gut microbiota-brain axis in behaviour and brain disorders. Nat Rev Microbiol. 2021 Apr;19(4):241-255;
  • Molina-Torres G, et al. Stress and the gut microbiota-brain axis. Behav Pharmacol. 2019 Apr;30(2 and 3-Spec Issue):187-200;
  • Simpson CA, et al. The gut microbiota in anxiety and depression – A systematic review. Clin Psychol Rev. 2021 Feb;83:101943;
  • Liang S, Wu X, Hu X, Wang T, Jin F. Recognizing Depression from the Microbiota⁻Gut⁻Brain Axis. Int J Mol Sci. 2018 May 29;19(6):1592.
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