Le apnee notturne sono accompagnate da un maggior rischio dal punto di vista metabolico e cardiovascolare. In questi processi disfunzionali uno dei fattori implicati è il cosiddetto stress ossidativo, che può incidere negativamente sul buon funzionamento biologico delle cellule e dei vari apparati dell’organismo. Scopri di più nei seguenti paragrafi.

Che cos’è lo stress ossidativo?

Lo stress ossidativo è una particolare forma di stress chimico provocato dalla presenza nel nostro organismo di quantità eccessive di agenti nocivi denominati specie chimiche ossidanti, di cui fanno parte i ben noti radicali liberi dell’ossigeno (detti ROS). Questi atomi o molecole si stabilizzano solo dopo aver strappato elettroni dalle molecole con cui vengono in contatto e provocando perciò una sorta di “furto”.

E’ opportuno comunque sottolineare che una modesta quantità di radicali liberi è sintetizzata in condizioni fisiologiche a causa del normale metabolismo cellulare. A titolo di esempio la produzione di alcuni ormoni, tra cui quelli sessuali, è accompagnata dalla produzione di queste molecole, mentre alcuni globuli bianchi sfruttano la sintesi di questi agenti ossidanti per neutralizzare i batteri e difendere l’organismo dalle infezioni. Inoltre altri radicali liberi partecipano attivamente in alcune funzioni fondamentali, quali la regolazione della pressione arteriosa e del flusso ematico. Perciò, se da un lato questi agenti fanno naturalmente parte dell’organismo, dall’altra un loro accumulo minaccia l’integrità delle cellule e dei tessuti, pur senza scatenare sintomi o scenari clinici caratteristici.

Barriera antiossidante

In condizioni di buona salute l’organismo riesce a prevenire il danno da radicali liberi attraverso alcuni sistemi naturali di difesa antiossidante. Tra questi è possibile distinguere gli antiossidanti di origine endogena (es. catalasi, superossido dismutasi, glutatione) e quelli che, invece, devono essere introdotti dall’’esterno attraverso una corretta alimentazione (es. vitamina A, E, C).

Il problema avviene quando i radicali liberi sono troppo in eccesso rispetto alle capacità di neutralizzarli.

Quando avviene uno sbilanciamento tra le due controparti si parla correttamente di stress ossidativo conclamato, il quale svolge un ruolo rilevante nella progressione di numerose patologie quali le malattie infiammatorie croniche, quelle neurodegenerative ed i tumori. In aggiunta la ricerca ha confermato una correlazione non solo tra lo stress ossidativo e l’aterosclerosi, l’ipertensione arteriosa, i problemi vascolari, ma anche con i disturbi legati al sonno.

L’incremento delle specie ossidanti può essere dovuto a cause esogene o endogene.

I fattori di rischio dello stress ossidativo

Tra le cause esogene dello stress ossidativo vi sono:

  • Agenti fisici (radiazioni ionizzanti ed ultraviolette);
  • Sostanze chimiche (es. idrocarburi, diserbanti, contaminanti alimentari, farmaci);
  • Patogeni infettivi (es. virus, funghi e batteri).

Invece per quanto riguarda le cause interne all’organismo l’aumento non fisiologico dei radicali liberi può avvenire in caso di:

  • Accelerazione del metabolismo cellulare (es. ipertiroidismo, allenamento intenso);
  • Disturbi e malattie (es. obesità, diabete, malattie cardiovascolari).

Apnee notturne: di che cosa si tratta

L’apnea durante il sonno notturno rappresenta il disturbo più comune e riveste una notevole importanza clinica. Tecnicamente è causata dal collasso delle vie respiratorie superiori durante il sonno. Nonostante i principali fattori di rischio siano l’obesità, il sesso maschile e l’età avanzata, le apnee notturne possono avvenire anche nei soggetti femminili e persino nei bambini. Attualmente si stima che la prevalenza raggiunga almeno il 2% ed il 4% rispettivamente nelle donne e uomini di mezza età.

Gli episodi di apnea sono interrotti da risvegli bruschi che disturbano il sonno e possono causare una perspicua sensazione di sonnolenza e disattenzione diurna. Se da un lato è noto che durante la notte si possono verificare sbalzi della pressione arteriosa ed anche del ritmo cardiaco (es.aritmie), dall’altro le apnee possono incidere anche sui disturbi durante la veglia. A riguardo è stato osservato che circa la metà dei pazienti affetti soffre di ipertensione arteriosa e che le apnee aumentano il rischio di insufficienza cardiaca, infarto del miocardio, ictus e disordini tromboembolici (es. embolia polmonare e trombosi venosa). Il maggior rischio cardiovascolare rimane valido anche per le donne e gli anziani, indipendentemente dalla presenza di altri fattori di rischio ben noti quali l’età avanzata, l’obesità, il tabagismo e le malattie metaboliche (diabete).

Per quanto riguarda i meccanismi in grado di spiegare l’incremento del rischio cardiovascolare la ricerca clinica ha puntato l’attenzione sull’attivazione del sistema nervoso simpatico, sui fattori infiammatori, vascolari ed anche sulla presenza dello stress ossidativo. Infatti i pazienti affetti da apnee notturne mostrano generalmente uno sbilanciamento tra le molecole ossidanti e le difese antiossidanti. Ciò potrebbe determinare anche una diminuzione della produzione di specifiche sostanze gassose che possiedono proprietà protettrici sui vasi.

Quali conseguenze?

Un eccesso di radicali liberi può causare l’ossidazione dei composti biologici quali i lipidi (colesterolo ossidato), le proteine e persino il DNA dando origine al composto dosabile 8-OHdG, oltre a danneggiare i mitocondri, le fabbriche energetiche della cellula. Questi pazienti possiedono una minore attività degli enzimi ad azione antiossidante. In base alle attuali evidenze si ipotizza che i problemi vascolari dei pazienti affetti dalle apnee notturne possano essere provocati da una condizione di stress ossidativo prolungato. A supporto di ciò è stato osservato che, oltre al ripristino di una ventilazione corretta, è possibile migliorare i danni vascolari tramite cure e terapie mirate ad abbassare l’infiammazione ed abbassare la produzione delle molecole reattive.

Che cosa fare?

Presso il Centro di Medicina Biologica è possibile affrontare i fattori di rischio legati allo stress ossidativo, all’insonnia ed agli ambiti cardiovascolari tramite cure, analisi e trattamenti scelti ad hoc per la persona. Riteniamo importante sottolineare che, per quanto riguarda lo stress ossidativo, non è corretto pensare semplicisticamente di assumere antiossidanti, i quali, a differenza di quanto viene generalmente fatto credere, necessitano di essere accuratamente valutati e personalizzati. Il nostro approccio è invece più completo e si focalizza in primis sugli aspetti infiammatori, metabolici e neuroendocrini che sono alla base del disturbo e potenziando le capacità antiossidanti endogene delle cellule stesse.

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