La pressione del sangue è influenzata non soltanto da fattori biologici ormai ben noti, ma anche da ciò che accade a livello dei nostri pensieri, abitudini comportamentali, relazioni sociali e delle nostre emozioni. Ne consegue che l’equilibrio emotivo e le condizioni di stress sono in grado di aggravare o mantenere una problematica di ipertensione arteriosa a causa delle incessanti interazioni tra gli elementi più psicologici e l’ambito cardiovascolare.

Pressione alta del sangue: quali conseguenze?

È ben noto che l’ipertensione arteriosa alta, cioè un livello di pressione nei vasi arteriosi troppo elevata, rappresenta un fattore di rischio rilevante per i disturbi cardiovascolari. Rappresenta una delle patologie più comuni riguardando circa il 35% della popolazione generale. Ma se non tenuta sotto controllo può portare a notevoli complicazioni con il passare del tempo come per esempio problematiche a livello renale e cerebrale.

Benché i farmaci anti-ipertensivi siano alquanto utilizzati, non sempre riescono a tenere sotto controllo la pressione sanguigna, specialmente in presenza di uno stile di vita scorretto, fumo, sedentarietà e solitudine.

Stress persistente ed umore

Quando le richieste esterne o quelle interne (autoimposte) sono troppo ingenti a fronte delle risorse e capacità attualmente disponibili l’organismo risponde mettendo in moto processi che servono a gestire temporaneamente la situazione. Per esempio si attiva una parte del sistema nervoso, detta sistema nervoso autonomo, ed avviene una spinta a favore del rilascio di alcuni ormoni surrenalici, a loro volta responsabili dell’avvio di varie reazioni per affrontare all’inizio la situazione. Tuttavia, se lo stimolo e la reazione alo stress o al disagio psicologico perdurano troppo a lungo queste stesse reazioni provocano effetti sulla salute dell’organismo a livello di molteplici sistemi.

La percezione continua di stress rappresenta un rilevante fattore di rischio.

Uno dei fattori in grado di mantenere o aggravare l’ipertensione è sicuramente l’ambito dello stress e del sovraccarico psicofisico per varie cause (es. lavorative, scolastiche, affettive, scarse relazioni sociali). Benché il termine stress abbracci un ampio gruppo di  situazioni, la sofferenza psicologica o quella legata alle relazioni sociali può aumentare la pressione sanguigna e la vulnerabilità a sviluppare in futuro una vera e propria ipertensione. In merito, uno stato di continue preoccupazioni, di rabbia immotivata e di umore particolarmente deflesso aumentano il rischio di ipertensione.

Solitudine e sofferenza psichica: quale ruolo?

Un aspetto importante è legato al concetto ed all’esperienza della solitudine, che, come è intuibile, non è collegato alla quantità di interazioni con le altre persone, bensì alla loro qualità profonda. Il bisogno di trascorrere e condividere il tempo con altre persone, come dimostrato da diversi studi, è un vero e proprio bisogno umano essenziale, senza il quale viene meno anche il concetto di Salute. In generale la solitudine può essere definita come la risposta psicologica alla discrepanza tra le relazioni sociali-affettive desiderate e quelle reali di ogni giorno. Non dovrebbe sorprendere che la solitudine, con il suo senso di mancanza, vuoto, melanconia, vergogna o disperazione, esercita una forte influenza sull’organismo.

La riduzione della sofferenza psicologica può essere di aiuto nella gestione dell’ipertensione.

La solitudine può contribuire a conseguenze non soltanto mentali ed emotive, ma può contribuire ad aumentare la vulnerabilità all’aumento di peso, all’ictus ed all’ipertensione arteriosa, in particolar modo aumentando la resistenza vascolare al flusso sanguigno. In aggiunta, diverse ricerche scientifiche hanno mostrano un’associazione tra l’ipertensione arteriosa persistente e la presenza di una significativa ansia o umore depresso. Questi spesso precedono la comparsa della vera e propria pressione alta.

Cembio: supporto psicologico e disturbi cardiovascolari

Un supporto psicologico può essere quindi utile al fine di ridurre il rischio cardiovascolare in persone suscettibili e che percepiscono preoccupazioni, tensioni, stress o un notevole carico sulle loro spalle giorno dopo giorno. Presso il Centro di Medicina Biologica i nostri specialisti si occupano di questi aspetti tramite consulenze dedicate e valutazioni specialistiche del grado e degli effetti dello stress cronico sull’ambito mentale, emotivo, sociale e comportamentale della persona, i quali a loro volta mostrano punti di collegamento con le problematiche relative all’ipertensione arteriosa.

In aggiunta, a tal fine ci avvaliamo anche di altre metodiche valide come per esempio il Biofeedback e la Mindfulness, che sono in grado di agire a beneficio dell’attività del sistema nervoso autonomo, che a sua volta presiede alla regolazione del tono vascolare e della frequenza cardiaca. Infine, effettuiamo test ed analisi innovative per cogliere eventuali difficoltà nella regolazione emotiva ed in quella psicofisica.

Se soffri di ipertensione arteriosa e vuoi fare una corretta prevenzione contattaci per un primo consulto.

Riferimento bibliografici principali:

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