Il sonno occupa circa un terzo della nostra vita e rappresenta un processo complesso che influenza profondamente il nostro organismo. La sua rilevanza è supportata anche dal fatto che esiste una stretta relazione tra il sonno ed il dolore cronico per esempio sotto forma di disturbi muscolari, ossei e/o articolari. In questo articolo del Cembio approfondiremo questi aspetti mettendo in luce anche l’importanza di gestirli in modo adeguato tramite i percorsi e le metodiche più adeguate.

Quali punti di contatto tra il dolore ed il sonno?

I disturbi caratterizzati da dolore cronico sono spesso accompagnati da problemi nel sonno, il quale può essere poco duraturo, continuo o non sufficientemente riposante. Da ciò deriva un maggior senso di fatica giornaliera, sonnolenza, mancanza di concentrazione e difficoltà nello svolgimento delle attività diurne impegnative.

La relazione tra questi due aspetti è in realtà più complessa di quanto apparentemente sembri, in quanto le interazioni possono essere definite bidirezionali. Il dolore ovviamente può incidere negativamente sul dormire bene, ma anche un sonno frammentato o disturbato abbassa la soglia del dolore ed incrementa i dolori spontanei, per esempio ai muscoli o la cefalea. Si crea pertanto un vero e proprio circolo vizioso che, se non affrontato e gestito opportunamente, rischia di amplificarsi nel tempo.

Un sonno di bassa qualità o di breve durata rappresenta un fattore di rischio per il dolore cronico.

Le interazioni tra il sonno ed il dolore cronico trovano supporto anche a livello neurologico, in quanto in caso di forte insonnia vengono meno i naturali processi di controllo e di regolazione del dolore. In aggiunta, in questi eventi dal punto di vista biologico possono prendere avvio cambiamenti a livello neuro-ormonale come per esempio un eccesso di noradrenalina notturna, così come una minore produzione di cortisolo al mattino.

I fattori implicati nel sonno disturbato

Il sonno è uno degli elementi che risente di più e più rapidamente degli effetti delle emozioni e dei pensieri disturbanti che possono sopraggiungere, e talvolta sovraccaricare la mente a lungo. Chi soffre di dolori cronici (es. mal di testa o di schiena, fibromialgia, osteoartrite) tende a sentirsi particolarmente coinvolta dal dolore fisico, il quale sembra non lasciar molto altro spazio ad altre espressioni della persona. Disturbi del sonno possono sopraggiungere anche in seguito ad operazioni chirurgiche, utilizzo di alcuni farmaci, oppure precedentemente ad un evento importante e stressante.

Ne possono nascere credenze, pensieri automatici ed emozioni portatrici di ulteriore sofferenza ed in grado persino di amplificare il dolore ed incidere negativamente sulla qualità del sonno notturno. Come ulteriori conseguenze ne potrebbe nascere un ritiro dalle occasioni sociali, oppure difficoltà nella gestione delle vicende quotidiane e degli affetti più intimi.

Il sonno ed il dolore risentono molto del benessere psicoemotivo.

Tutto ciò rende il sonno particolarmente suscettibile a riduzioni della durata oppure a sue frammentazioni o irregolarità significative degli orari. Capita frequentemente in questi casi che la persona sperimenti uno spiccato senso di iper-reattività di fronte ad eventi o stimoli fonti di stress o sofferenza, tra cui lo stesso dolore fisico. Ad ogni modo con il passare del tempo il sonno ed il dolore peggiorano al pari delle capacità di regolare i processi relativi alla memoria, alla concentrazione ed alle emozioni, che potrebbero diventare oscillanti o instabili senza una chiara altra giustificazione.

Strategie efficaci presso il Cembio

D’altra parte grazie all’aiuto di un professionista un miglioramento nel sonno può portare nel lungo periodo ad un miglioramento anche del dolore. In merito presso il nostro Centro offriamo percorsi per la valutazione dei fattori che possono ostacolare un buon sonno in presenza di condizioni di dolore cronico. Riteniamo importante pertanto la gestione dei pensieri, delle emozioni e dei comportamenti tramite sedute specialistiche, affiancate a seconda delle indicazioni anche da diverse metodiche che hanno dimostrato di essere validi strumenti per migliorare la qualità del sonno in chi non dorme bene e soffre di dolori muscolo-articolari (es. biofeedback, neurofeedback, mindfulness).

Tramite questi percorsi le persone trascorrono meno tempo la notte sveglie favorendo invece sonno continuo. Tutto ciò può portare ad una riduzione dei sintomi dolorosi dovute a varie malattie, quindi ad una maggiore capacità di svolgere le attività giornaliere, oltre ad interrompere il ciclo vizioso legato alla sofferenza interiore e le ricadute sul corpo, tra cui un maggior rischio cardiovascolare e di dolori osteo-articolari. E generalmente in modo più efficace e sicuro rispetto alle terapie farmacologiche.

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Riferimento bibliografici principali:

  • Li MT, Robinson CL, Ruan QZ, Surapaneni S, Southerland W. The Influence of Sleep Disturbance on Chronic Pain. Curr Pain Headache Rep. 2022 Oct;26(10):795-804;
  • Nijs J, et al. Sleep Disturbances in Chronic Pain: Neurobiology, Assessment, and Treatment in Physical Therapist Practice. Phys Ther. 2018 May 1;98(5):325-335;
  • Andersen ML, Araujo P, Frange C, Tufik S. Sleep Disturbance and Pain: A Tale of Two Common Problems. Chest. 2018 Nov;154(5):1249-1259.
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