L’intestino è un organo fondamentale per rimanere in salute, ma purtroppo può essere oggetto di svariati disturbi e malattie che ne compromettono il funzionamento e l’integrità. In tali casi il tratto intestinale può diventare il punto di partenza per la messa in moto di processi infiammatori non solo localizzati nel tratto digerente, bensì diffusi silenziosamente nel resto dell’organismo. Ne consegue che le problematiche a carico dell’intestino e dei microrganismi che lo abitano possono essere causa della cosiddetta infiammazione sistemica. Vediamo di che cosa si tratta in questo articolo del Cembio.

Concetti base dell’infiammazione sistemica

È opportuno precisare fin da subito che cosa si intende per infiammazione cronica. Ebbene, l’infiammazione cronica si distingue dalla ben più nota infiammazione acuta, in quanto la prima è caratterizzata da un’intensità infiammatoria di basso grado, sottosoglia e diffusa in tutto l’organismo. Se da un lato l’infiammazione acuta è temporanea e funzionale a risolvere una minaccia per il corpo, dall’altra l’infiammazione cronica non si risolve nel tempo e può portare a varie patologie. In merito l’infiammazione sistemica è una caratteristica chiave di molte patologie contemporanee tra cui per esempio la steatosi epatica, il diabete di tipo 2, l’obesità e l’aterosclerosi. È bene sottolineare che questo tipo di infiammazione non è dovuto ad agenti infettivi, bensì da numerosi fattori legati all’esposizione ambientale, al disagio emotivo, alla sedentarietà, all’alimentazione, alla disbiosi intestinale ed allo stile di vita.

Intestino e microbiota

Il sistema gastrointestinale ospita un’incredibile quantità di microrganismi tra cui principalmente batteri, ma anche alcuni funghi e virus. Tecnicamente questo insieme microbico prende nome di microbiota, il quale partecipa in un ampio spettro di processi biologici collegati alla nostra salute. Per esempio il microbiota è coinvolto nella protezione dagli agenti patogeni, nella sintesi di sostanze bioattive, nella maturazione immunitaria, nella motilità e nella protezione intestinale, nella trasformazione dei nutrienti e dei principi attivi. Questo insieme microbico si è evoluto insieme all’essere umano nel corso dei millenni favorendo la nascita di una relazione simbiotica e mutualistica tra i due, cioè una relazione vantaggiosa per entrambi.

Immunità intestinale

La mucosa intestinale ospita almeno il 70% delle cellule immunitarie di tutto il corpo e pertanto può essere considerato al pari di un vero e proprio organo immunitario, che rimane a contatto giorno dopo giorno con il microbiota intestinale. In caso di disbiosi o di patologie infiammatorie intestinali i batteri sono in grado di secernere un ampio gruppo di sostanze che danneggiano la barriera intestinale e facilitano l’interazione con l’immunità sottostante. Una diretta conseguenza è l’accensione di una reazione infiammatoria a carattere sistemico.

I fattori pro-disbiotici

Nelle persone sane il microbiota intestinale mostra una moderata biodiversità ed una composizione il più possibile equilibrata con una predominanza delle specie per noi più simbiotiche e favorevoli, mentre risultano minoritarie quelle più opportuniste o francamente patogene. Questo quadro si ribalta nella cosiddetta disbiosi intestinale, in cui si assiste ad una profonda alterazione sia delle specie microbiche che della loro attività. La disbiosi è associata a numerosi disturbi gastrointestinali come per esempio il colon irritabile, ma anche a numerose condizioni extra-intestinali come per esempio la steatosi epatica, il diabete mellito e l’obesità. Uno dei meccanismi chiave è proprio l’infiammazione.

La disbiosi intestinale può essere innescata da vari fattori ambientali e legati allo stile di vita tra cui:

  • Abuso di antibiotici o di altre sostanze antimicrobiche, anche naturali;
  • Uso improprio di antiacidi gastrici e anti-infiammatori non steroidei;
  • Infezioni enteriche;
  • Dieta sbilanciata e poco varia;
  • Alterazioni della motilità intestinale;
  • Allattamento insufficiente;
  • Operazioni chirurgiche del tratto digerente;
  • Esposizione ad inquinanti.
  • Malattie infiammatorie intestinali.

Una condizione di disbiosi può essere alla base di una maggiore rischio di infezioni, di avere sintomi gastrointestinali (es. meteorismo, gonfiore) e di infiammazione locale. Tuttavia la disbiosi può aprire le porte anche a problematiche al di fuori dell’intestino mettendo rischio il buon funzionamento di vari organi distanti. Più in dettaglio la disbiosi intestinale non si traduce necessariamente in una condizione di infiammazione sistemica a meno che le pareti dell’intestino non risultino danneggiate per motivi infettivi, autoimmuni, metabolici (es. diabete) ed infiammatori locali. In tale situazione i microrganismi o le loro componenti riescono a trasferirsi dal lume intestinale direttamente al di là della barriera intestinale fino a riversarsi addirittura nel torrente circolatorio. Da qui prende avvio una reazione da infiammazione sistemica.

Il contenimento immunitario del microbiota è fondamentale per prevenire l’infiammazione cronica.

Le pareti intestinali non costituiscono solamente una barriera fisica di protezione, ma sono sede di una di un’ampia riserva di cellule immunitarie pronte ad intervenire. Ciò non dovrebbe sorprendere considerando il fatto che l’intestino, nella sua completa superficie, rappresenta l’interfaccia più estesa con il mondo esterno, da cui possono sopraggiungere sia elementi nutrizionali che potenziali pericoli (es. patogeni, sostanze nocive).

In uno stato di salute l’attività del sistema immunitario intestinale consente di tollerare la presenza dei microrganismi presenti attraverso il coinvolgimento degli anticorpi, di peptidi antimicrobici e di cellule immunitarie specializzate, oltre al rilascio del muco da parte della mucosa intestinale. Inoltre, in una persona sana il microbiota intestinale è coinvolto nell’integrità della mucosa e produce un alto quantitativo di sostanze benefiche come per esempio gli acidi grassi a catena corta.

Le cause dell’infiammazione

L’intestino può essere la fonte di un’infiammazione sistemica nelle seguenti condizioni principali:

  • Iperglicemia;
  • Alimentazione scorretta;
  • Consumo frequente di emulsionanti alimentari (es. salse, gelati, margarina);
  • Rilascio eccessivo di acidi biliari dalla cistifellea;
  • Malattie infiammatorie intestinali (colite ulcerosa, morbo di Crohn);
  • Diarrea;
  • Infezioni gastroenteriche recidivanti.

L’alimentazione svolge sicuramente un ruolo rilevante nello sviluppo e nel mantenimento dell’infiammazione sistemica. Per esempio è stato dimostrato che le diete ad alto contenuto di grassi promuovono la permeabilità intestinale favorendo la traslocazione delle molecole microbiche. Di fatto una dieta a scarso contenuto di carboidrati e di fibre vegetali esercita un impatto considerevole sui microrganismi intestinali che si cibano dei loro prodotti. Pertanto un’alimentazione sbilanciata espone al rischio di disbiosi e di assottigliamento del muco intestinale incrementando la suscettibilità alle infezioni enteriche.

La disbiosi intestinale gioca un ruolo chiave nel danneggiamento della mucosa intestinale.

Le malattie metaboliche come la sindrome metabolica ed il diabete possono causare gravi ripercussioni sulla salute intestinale tramite l’aumento della glicemia. In tal caso si assiste ad un allentamento delle normali giunzioni che tengono strette le cellule intestinali l’una all’altra e vi è una maggiore circolazione di derivati microbici in tutto l’organismo. In aggiunta i disturbi dell’alvo come la diarrea possono ripercuotersi negativamente assottigliando lo strato di muco protettivo ed esponendo l’epitelio intestinale a diretto contatto con i batteri.

I meccanismi extra-intestinali

Un gran numero di derivati e metaboliti microbici contribuiscono all’infiammazione sistemica, in primis il cosiddetto LPS. Una traslocazione eccessiva provoca lo scatenamento di processi infiammatori silenti e ripercussioni a livello metabolico provocando per esempio l’insorgere della resistenza insulinica, cioè un malfunzionamento dell’azione dell’ormone insulina. Successivamente le sostanze patogene sono riconosciute dalle cellule immunitarie e ciò scatena la produzione ed il rilascio di mediatori proinfiammatori come le citochine e le chemochine. Tutto ciò dà avvio ad uno stato infiammatorio di basso grado e purtroppo misconosciuto.

Come già accennato i batteri intestinali sono in grado di trasformare i nutrienti ed altre sostanze bioattive in altri prodotti. Ciò è particolarmente importante non solo perché influenza l’efficacia dei farmaci o di qualsiasi altro principio attivo (anche naturale), ma anche perché è responsabile della produzione di sostanze nocive. Un esempio tra tutti è la conversione dei nutrienti fosfatidilcolina, colina e carnitina in trimetilammina, la quale subisce ulteriori conversioni nel corpo fino a diventare una molecola detta TMAO. Quest’ultima, infine, ha un ruolo attivo nel guidare i processi infiammatori e l’aggregazione piastrinica favorendo l’aterosclerosi e le complicanze cardiovascolari.

Che cosa facciamo noi per il benessere intestinale

Il Centro di Medicina Biologica si occupa della cura e della prevenzione delle problematiche di salute tramite un approccio terapeutico integrato e ad ampio spettro. In particolare siamo convinti che non sia possibile affrontare le problematiche di salute suddividendo in modo netto ed arbitrario i vari sistemi del corpo, i quali risultano invece molto più interconnessi tra loro rispetto a quanto creduto in passato. Ciò è ben evidente nell’argomento del nostro articolo, in quanto alcuni stati infiammatori cronicizzati e sistemici possono avere una causa a livello intestinale. Sintetizzando quanto abbiamo scritto sopra un numero crescente di studi mostra che c’è un’interazione costante tra il microbiota intestinale ed il sistema immunitario e che la disbiosi intestinale può contribuire all’infiammazione cronica.

Presso il nostro Centro ci occupiamo delle ripercussioni negative derivanti da un’alterazione del normale funzionamento del tratto digerente e dalla disbiosi. In particolare riteniamo importante sottolineare che queste problematiche non possono essere risolte semplicemente assumendo qualche probiotico o integratore, bensì debbano essere affrontate insieme ad uno specialista secondo un approccio terapeutico che tenga conto della complessità delle interazioni tra il microbiota, l’apparato digerente e l’immunità. Persino per quanto riguarda l’alimentazione questa deve essere personalizzata sulla base dei sintomi, delle analisi diagnostiche, del tipo di disbiosi (es. fungina, fermentativa, putrefattiva) e delle condizioni generali di salute della persona.

Le nostre cure ed i nostri trattamenti vengono personalizzati ad hoc sulla persona, anche grazie all’utilizzo di analisi diagnostiche avanzate ed innovative. Ecco perché crediamo che, benché lo stato infiammatorio cronicizzato sia sistemico, sia fondamentale valutare e rivolgere l’attenzione ad una possibile origine dell’infiammazione stessa a livello gastrointestinale.

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Bibliografia essenziale:

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  • Clemente JC, Manasson J, Scher JU. The role of the gut microbiome in systemic inflammatory disease. BMJ. 2018 Jan 8;360:j5145;
  • Uchiyama K, Naito Y, Takagi T. Intestinal microbiome as a novel therapeutic target for local and systemic inflammation. Pharmacol Ther. 2019 Jul;199:164-172.
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