Il fegato è un organo incredibile e dalle molteplici funzioni, in quanto regola per esempio la detossificazione, la risposta infiammatoria, la sintesi di numerose molecole, la digestione degli alimenti ed il metabolismo. Tuttavia, in caso di disturbi cronici del fegato uno dei primi segnali a comparire è una sensazione di mancanza di energia, fatica e malessere aspecifico. Scopri di più sui collegamenti tra il fegato e la stanchezza in questo articolo del Cembio.

Il fegato e i suoi disturbi

Il fegato è un organo che può andare incontro a malattie croniche a causa di processi autoimmuni, infettivi, genetici (es. emocromatosi) e legati allo stile di vita come l’assunzione eccessiva di alcool o l’obesità. Per esempio si stima che il fegato grasso, o meglio la steatosi epatica non alcolica, riguardi quasi una persona su tre nei paesi occidentali ed è caratterizzata dalla deposizione anomala di grasso a livello del fegato. Ciò può aggravarsi in chiave infiammatoria diventando steato-epatite per poi sfociare in fibrosi, cirrosi e talvolta in carcinoma epatico. Un discorso similare può essere fatto per l’abuso nocivo dell’alcool, che danneggia il funzionamento di quest’organo fondamentale. Oppure l’epatite può essere conseguente ad un abuso di farmaci, così come può essere causato da processi autoimmuni, spesso parallelamente al grado infiammatorio.

La stanchezza cronica come sintomo

I disturbi epatici cronici sono accompagnati frequentemente da una serie di sintomi e segni tra cui si segnalano:

  • Spossatezza psicofisica;
  • Mancanza di appetito;
  • Umore basso o instabile in modo ingiustificato;
  • Disturbi del sonno;
  • Ricerca di isolamento dai contatti sociali.

Per fatica cronica si intende una fatica che è presente quasi tutti i giorni, per almeno tre mesi e comprendente letargia, malessere diffuso, svogliatezza e mancanza di energia. Le persone soffrono del fatto che non riescono a portare avanti le attività a cui tengono e le loro energie crollano rapidamente senza la possibilità di recuperare appieno, neanche dopo il sonno notturno. Data l’importanza del fegato nella salute generale non deve sorprendere che la stanchezza persistente rappresenti uno dei sintomi più frequentemente osservati in caso di problematiche croniche al fegato e spesso è associata ad alterazioni del tono dell’umore, in particolare in chiave simil-depressiva o ansiosa, oltre ad incidere notevolmente sulla qualità di vita.

La stanchezza cronica è uno dei fattori che incide di più sulla qualità di vita.

Spesso questa spossatezza si riferisce ad una spiccata difficoltà nel mantenere l’attenzione, nell’iniziare un’attività o nel portarla a termine con determinazione. In aggiunta questa stanchezza, che non migliora neanche con il sonno, aggrava l’isolamento sociale e gli aspetti depressivi. Molte persone in merito riferiscono che questa stanchezza interferisce con diversi aspetti della quotidianità tra cui la vita familiare, il lavoro e l’attività fisico-motoria. Nei casi più avanzati e gravi può comparire anche debolezza muscolare e calo significativo del tono muscolare.

Quali meccanismi intervengono?

La fatica avviene a causa della trasmissione di vari segnali fino al cervello, che va incontro a modifiche nella sua attività dando così origine alla percezione di malessere e dei diversi sintomi associati. In merito risaltano per importanza i mediatori immunologici dette citochine, le quali vengono rilasciate durante l’infiammazione epatica ed inducono il sistema nervoso a produrre la percezione di fatica ed il bisogno di riposo. Il ruolo dello stato infiammatorio è d’altronde supportato anche dalla frequente associazione della stanchezza persistente con altre patologie a carattere infiammatorio come per esempio l’artrite reumatoide e le malattie infiammatorie intestinali.

Un ulteriore aspetto è la disfunzione del sistema nervoso autonomo, che è una parte del sistema nervoso coinvolta nella regolazione di numerosi processi fisiologici fra cui per esempio la concentrazione mentale, la respirazione, la peristalsi gastrointestinale ed anche gli ambiti cardiovascolari. Non sembra un caso infatti che chi soffre di stanchezza cronica tende ad avere oscillazioni pressorie anomale e passare da una bassa pressione a stati temporanei di tachicardia.

Oltre al sistema nervoso autonomo, è ormai ben noto che la fatica cronica è accompagnata da cambiamenti a livello della qualità e/o durata del sonno e dell’attività cerebrale. In particolare a livello delle strutture neurologiche dette gangli della base, il cui ruolo è di bilanciare la ricerca, la motivazione e lo sforzo per raggiungere un certo risultato. Si riscontrano frequentemente anche alterazioni dei normali livelli di neurotrasmettitori, in primis di dopamina e serotonina, e dell’asse neuro-ormonale che coinvolge la sintesi dell’ormone cortisolo.

Il fegato è influenzato dall’equilibrio metabolico, dall’infiammazione, dall’intestino, dallo stato ormonale e dall’esposizione tossinica ambientale.

Senza tralasciare che la salute del fegato è influenzata da quella dell’intestino, in particolare a causa della presenza di innumerevoli microrganismi intestinali in grado di secernere sostanze bioattive a livello epatico e cerebrale. Per esempio il fegato può andare incontro ad un surplus di lavoro al fine di metabolizzare un eccesso di tossine, di derivati microbici intestinali, di ormoni sessuali e/o di farmaci andando incontro ad un peggioramento delle sue condizioni.  Ulteriori studi mettono infine in risalto il ruolo centrale del fegato nel metabolismo dei nutrienti, evidenziando i chi soffre di stanchezza croncia possibili alterazioni nella produzione di energia, a sua volta spendibile dal resto del corpo.

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Il Centro di Medicina Biologica si occupa della sindrome da fatica cronica mediante cure e trattamenti specifici. In particolare un problema persistente al fegato può determinare una sensazione di spossatezza sia fisica che mentale e ciò avviene grazie alle complesse interazioni di quest’organo con i sistemi ormonali, nervosi, metabolici ed immunitari. Ad ogni modo è opportuno tenere a mente che la stanchezza cronica è un disturbo multifattoriale e che può dipendere anche da una serie di problematiche come per esempio: disturbi del sonno, ipotiroidismo, anemia, depressione clinica, problemi cardiaci, infezioni recidivanti (es. virus erpetici) e diabete. Occorre pertanto un consulto con i nostri specialisti al fine di valutare le condizioni di salute della persona e l’eventuale documentazione clinica al fine di impostare il percorso terapeutico più adatto per la Persona.

La nostra segreteria è disponibile per avere maggiori informazioni o fissare un primo appuntamento.

Riferimento bibliografici principali:

  • Gerber LH, Weinstein AA, Mehta R, Younossi ZM. Importance of fatigue and its measurement in chronic liver disease. World J Gastroenterol. 2019 Jul 28;25(28):3669-3683;
  • Parola M, Pinzani M. Liver fibrosis: Pathophysiology, pathogenetic targets and clinical issues. Mol Aspects Med. 2019 Feb;65:37-55;
  • Swain MG, Jones DEJ. Fatigue in chronic liver disease: New insights and therapeutic approaches. Liver Int. 2019 Jan;39(1):6-19.
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