La sclerosi multipla è una malattia autoimmune che colpisce il sistema nervoso provocando sintomi molteplici come alterazioni della vista, dolore e disfunzioni sessuali, vescicali ed intestinali. A ciò si aggiunge un ruolo non trascurabili dovuto a disturbi cognitivi, del tono dell’umore e del senso di stanchezza, che può riguardare la persona in modo purtroppo cronico. Scopriamo di più su questi argomenti nel seguente articolo.

Breve note sulla sclerosi multipla

La sclerosi multipla è per definizione una malattia neurologica di natura infiammatoria e cronica. Questa patologia è caratterizzata da lesioni a livello del sistema nervoso centrale come il cervello, il tronco encefalico ed il midollo spinale. Queste lesioni si mostrano demielinizzate, cioè senza il rivestimento dei neuroni con la mielina, e da uno stato infiammatorio, il quale conduce a danno a livello dei prolungamenti degli assoni. La diagnosi riguarda per lo più i giovani adulti, mentre la sua progressione avviene spesso con il susseguirsi di periodi di remissione e di recidive acute.

Spossatezza persistente: un sintomo frequente

Si parla di una vera e propria fatica o spossatezza quando la mancanza di energie fisiche e/o mentali percepite dalla persona interferiscono con le attività abituali o desiderate. Si stima che in media quattro persone su cinque con sclerosi multipla lamentano uno stato di spossatezza persistente, che rappresenta pertanto il sintomo più comunemente riportato. La spossatezza mostra da un lato una componente soggettiva legata alla percezione della fatica e dall’altro aspetti misurabili esternamente come per esempio i minori risultati in relazione al lavoro, hobby, esercizi fisici o cognitivi. Questa condizione di fatica ha dimostrato di incidere negativamente sulla qualità di vita della persona e sulle capacità di lavoro. Tutto ciò risulta ancor più accentuato in caso di problematiche economiche, familiari e psicologiche, tra cui la presenza di sintomi ansiosi o depressivi.

I disturbi del sonno possono essere presenti in circa la metà dei casi di sclerosi multipla, come per esempio insonnia, apnee notturne, sindrome delle gambe senza riposo, sonnolenza diurna o risvegli notturni frequenti. Va da sé che un sonno alterato o non riposante non fa che contribuire sul senso di stanchezza.

Quali fattori sono coinvolti?

La stanchezza persistente può dipendere dalla localizzazione e dalla distribuzione delle lesioni influenzando negativamente le attività nervose coordinate o la connettività tra le fibre neuronali.

Trattandosi di una malattia autoimmune il sistema immunitario svolge un ruolo chiave nello sviluppo e nella progressione della sclerosi multipla. In merito a questo tema i processi infiammatori contribuiscono alla sensazione di fatica psicofisica attraverso il rilascio di speciali molecole dette citochine. Queste ultime a loro volta possono raggiungere specifiche zone del cervello dove possono interagire direttamente con i neuroni; oppure tramite vie indiretti gli stimoli infiammatori nel resto del corpo possono essere recepiti dal cervello tramite vie nervose come per esempio mediante il nervo vago. Ne consegue che l’infiammazione del sistema nervoso in questa malattia può ostacolare la neurotrasmissione, in particolare quella basata sulla dopamina.

In aggiunta, gli studi imaging funzionale del cervello mostrano che in caso di spossatezza costante e sclerosi multipla l’attività cerebrale si distribuisce diversamente e con un minor adattamento durante i compiti o le attività mentali.

Ulteriori aspetti da considerare

Ad ogni modo è importante escludere altre cause non correlate alla sclerosi multipla come per esempio l’ipotiroidismo, disturbi del sonno o l’anemia. Senza dimenticare che i fattori sociali (es. rete amicale) ed i tratti di personalità modulano il grado di spossatezza in modo differente da persona a persona, pur con lo stesso avanzamento della malattia. Per esempio una rigidità caratteriale ed una minor capacità di affrontare i momenti difficili o avversità, così come altri tratti di personalità possono portare anche ad una sovrastima della percezione di fatica, che con il tempo si può tradurre in un maggior grado di disabilità.

Oppure può accadere che la presenza di una rilevante instabilità emotiva sia alla base di una maggiore difficoltà nel mantenere la concentrazione durante qualsiasi compito impegnativo. Senza dimenticare che in alcuni casi il senso di fatica potrebbe mascherare una vera e propria condizione di depressione di origine psicogena, accompagnata da alterazioni del sono, dell’appetito, degli aspetti motivazionali e dal senso di impotenza.

Come il Cembio può aiutare

Presso il Centro di Medicina Biologica ci occupiamo delle strategie preventive e protettive nei confronti della sclerosi multipla e del supporto nel controllo dei processi autoimmuni alla base di questa patologia neurologica. Ce ne occupiamo all’interno di un percorso di cura da valutare in sede di consulenza specialistica al fine di tenere in considerazione i sintomi, il decorso e la documentazione disponibile. Per quanto riguarda l’argomento della stanchezza fisica e mentale le nostre cure e terapie si focalizzano sul ripristino di un’adeguata funzionalità cellulare e sulla modulazione della neuroinfiammazione. Accanto a ciò, risulta molto utile il Neurofeedback, che tramite una strumentazione dedicata consente di gestire l’attività cerebrale secondo gli obiettivi preposti dalla persona. Le sedute di Neurofeedback danno quindi l’opportunità da un lato di prendere consapevolezza dei propri sintomi psicofisici e dall’altro di imparare a regolare al meglio i disturbi legati alla stanchezza, sonno, umore, emozioni e capacità attentive.

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Riferimenti bibliografici principali:

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