L’ipotiroidismo ha alle spalle un malfunzionamento della ghiandola tiroidea, la quale è responsabile della produzione dei relativi ormoni tiroidei. Benché la tiroide rappresenti un aspetto chiave della salute, la riduzione dell’attività degli ormoni nell’ipotiroidismo non è solo frutto di un’alterazione della tiroide. In questo disturbo partecipano infatti diversi altri fattori, che possono essere affrontati con il supporto di uno specialista.

Le caratteristiche dell’ipotiroidismo

Per ipotiroidismo si intende un disturbo patologico del funzionamento della tiroide, che va incontro ad un progressivo abbassamento della sua attiva e del rilascio ormonale. In particolare l’ipotiroidismo è caratterizzato da un aumento dei livelli dell’ormone stimolante la tiroide (TSH) e da un abbassamento degli ormoni tiroidei T3 e T4.

In Europa si stima che la diffusione di un vero e proprio ipotiroidismo si aggira intorno al 2-5%, soprattutto tra le donne e le persone anziane, oltre ad essere più frequente in coloro che già soffrono di una malattia autoimmune (es. celiachia, diabete di tipo 1). Nelle zone geografiche con un buon contenuto di iodio la causa più frequente di ipotiroidismo è la cosiddetta tiroidite di Hashimoto, in cui è riscontrabile una presenza elevata di anticorpi antitiroidei.

Meccanismi ormonali principali

Il TSH è un ormone prodotto da una piccola zona cerebrale detta ipofisi ed è il principale stimolo per la produzione degli ormoni della tiroide. La triiodotironina o T3 è la forma attiva degli ormoni tiroidei, mentre la tetraiodotironina rappresenta più del 80% dell’ormone secreto. In verità la tiroxina T4 non è un vero e proprio ormone attivo, quanto piuttosto può essere considerato una specie di pro-ormone che viene convertito in T3.

Gli ormoni T3 e T4 agiscono su quasi ogni cellula del corpo promuovendo la crescita, la maturazione degli organi ed i processi metabolici. È importante sottolineare che il T4 ed il T3 esercitano una regolazione inibente sugli altri ormoni coinvolti nei processi tiroidei come il TRH ed il TSH. Quando il T3 o T4 è alto il rilascio di TSH è ridotto, mentre quando i primi diminuiscono lasciano spazio all’aumento del TSH.

Sintomi della tiroidite di Hashimoto

Benché circa il 15% delle persone affette da tiroiditi autoimmuni siano asintomatiche o riportino solo lievi malesseri, nella maggior parte dei casi i segni ed i sintomi principali dell’ipotiroidismo includono:

  • Spossatezza mattutina;
  • Sensibilità al freddo;
  • Aumento di peso non giustificato;
  • Costipazione;
  • Secchezza cutanea;
  • Perdita dei capelli;
  • Disturbi della memoria;
  • Alterazione dei grassi ematici.

Se non affrontato adeguatamente l’ipotiroidismo, anche sub-clinico, è associato ad un maggior rischio di andare incontro a malattie coronariche, ictus ed alla steatosi epatica.

Ulteriori fattori implicati

La concentrazione degli ormoni tiroidei è regolata dall’asse che collega l’ipotalamo, l’ipofisi e la tiroide. Ma pochi sanno che, se da un lato il T4 è prodotto nella ghiandola tiroidea, dall’altro l’80% dell’ormone T3 viene sintetizzato in sede extra-tiroidea grazie alla conversione del T4 in T3 a livello periferico. In particolare queste reazioni vengono portate avanti da enzimi specifici, dette deiodinasi, le quali sono particolarmente concentrate nel fegato, ma anche a livello renale ed intestinale.

I reni, il fegato e l’intestino svolgono un ruolo importante nella regolazione tiroidea.

Quando le 5-deiodinasi sono inefficaci ne consegue che il T3 viene poco sintetizzato, il che pone le basi per una possibile situazione di ipotiroidismo sottosoglia. In generale una minore conversione dal T4 al T3 è indotta dalle seguenti situazioni:

  • Infiammazione persistente;
  • Malnutrizione;
  • Diete restrittive o digiuno;
  • Uso di alcuni farmaci cortisonici o integratori ad azione simile;
  • Forte disagio psicologico;
  • Sindrome di Cushing;
  • Malattie epatiche;
  • Infezioni (es. HCV, Enterovirus).

Interferenze ormonali

Nell’ambito dell’ipotiroidismo non contano soltanto gli ormoni tiroidei, in quanto la sintesi, il rilascio e l’azione di questi ormoni è modulata dal sistema nervoso e da tutta l’orchestra ormonale. Per esempio è stato dimostrato che anche un aumento del cortisolo a livello delle ghiandole surrenali diminuisce la sensibilità delle cellule all’azione tiroidea. Inoltre, gli estrogeni sono ormoni sessuali presenti sia nella donna che nell’uomo ed il loro aumento eccessivo può inficiare le terapie per l’ipotiroidismo. Anche in questo caso la menopausa o l’utilizzo di pillole contraccettive o di cure ormonali ad alto tenore di estrogeni possono provocare un rallentamento tiroideo. Senza tralasciare che nell’ambiente contemporaneo, specialmente nei contesti urbani, sono presenti in modo ubiquitario e costante innumerevoli sostanze inquinanti, tra cui i cosiddetti interferenti endocrini, la cui esposizione cronica può ripercuotersi negativamente sull’equilibrio ormonale.

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Il Centro di Medicina Biologica si occupa di ipotiroidismo, tra cui la tiroidite di Hashimoto, tramite percorsi terapeutici dedicati alla cura della persona (e non solo della tiroide). Come delineato in questo nostro articolo il funzionamento e l’attività degli ormoni tiroidei non dipende solamente dalla tiroide, ma è influenzata da un ampio numero di fattori tra cui la genetica, l’infiammazione, lo stato nutrizionale, l’esposizione tossinica e l’equilibrio ormonale in toto. In particolare la tiroide è al centro di una fitta rete di scambi con altri apparati tra cui in particolare il sistema nervoso, epatico, intestinale e renale.

Di fronte a questa molteplicità di aspetti la cura di questo disturbo non può che essere altrettanto molteplice e multidisciplinare. Per questi motivi le nostre analisi, cure ed i nostri trattamenti non si rivolgono soltanto ad alzare o abbassare gli ormoni tiroidei, bensì si propongono di rimuovere gli ostacoli al loro buon funzionamento e di tenere a bada l’infiammazione che grava sulla ghiandola tiroidea stessa.

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Riferimenti bibliografici principali:

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